«Le mie foto “di passaggio” in mostra a Bratislava»
Il lavenese Angelo Gargaglione è stato ospite del Museo della Fotografia. Tra i suoi scatti anche il reportage "Da vicino nessuno è straniero"
Una coincidenza, un passaparola e le sue foto sono volate al Museo della Fotografia di Bratislava insieme a quelle di tanti altri artisti europei. Angelo Gargaglione, fotografo di Laveno, è un fiume in piena nel raccontare il suo ultimo viaggio nella capitale della Slovacchia.
Lì, dal 20 al 30 novembre, sono stati esposti i suoi scatti rubati alla città: una raccolta dal titolo "Bratislove – diario di passaggio".
Proprio così, "di passaggio" è stato il viaggio di Gargaglione: «Una toccata e fuga di soli tre giorni – racconta il fotografo a VareseNews -, di cui uno speso dall’alba al tramonto a cercare di catturare le immagini che più mi hanno stupito. Mi sono messo dietro la macchina fotografica come un bambino incuriosito e affascinato e ho cercato di restituire in foto le mie emozioni». Quei 27 scatti, fatti a bruciapelo tra le vie della città, divennero una mostra ospitata lo scorso luglio dal Comune di Sesto Calende.
Poi il colpo di fortuna, «per una serie di coincidenze e grazie al contatto di un amico ballerino il mio catalogo è arrivato alla direttrice del museo di Bratislava – spiega Gargaglione -. Lei ne è rimasta colpita e mi ha invitato a partecipare alla loro esposizione per il mese della fotografia».
Nelle immagini del fotografo lavenese ci sono scorci della città, ombre, persone e volti: poco spazio per la tecnica, che comunque non manca, ma tanto per le sensazioni, quelle nascoste nella vita quotidiana. Si possono trovare nelle sue raccolte: "Questione di sguardi", "Pulcino o elefante", "Il viaggio di Monica" e negli scatti "commissionati" tempo fa dal Comune di Sesto nell’ambito di un programma a favore dell’integrazione dei cittadini extracomunitari. «Per tre mesi ho passeggiato nelle strade del paese, sono stato a casa della gente e alla fine, con la collaborazione di un collega, ho realizzato il reportage “Da vicino nessuno è straniero”, un lavoro che ha fatto da sfondo a un calendario dell’Unicef e che ora mi è stato richiesto anche dal Comune di Torino».
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