La cascina di via della Pergola, ostaggio del degrado
Nella struttura, non nuova alle cronache, convivono residenti "storici" in case ristrutturate e stranieri installatisi in un'ala semiabbandonata
La cascina di via della Pergola teatro del delitto di questa notte non è nuova ai dubbi onori della cronaca. Nell’autunno del 2006 era stata presentata un’interrogazione in consiglio comunale sul suo stato, e la Polizia di Stato più volte intervenuta a seguito di segnalazioni aveva identificato sul posto vari extracomunitari clandestini. Sette anni fa vi era stato anche un incendio a seguito di una rissa tra stranieri. Un fatto che ben ricorda la signora Maria, di origini calabresi, che vive sul posto da trent’anni e passa. L’anziana pensionata non ha sentito nulla al momento del delitto, avendo la radio accesa ed essendo concentrata nel suo lavoro a maglia: si è accorta del fatto quando sono arrivati 118 e carabinieri.
Intorno lo scenario è fatto di contrasti. La corte, posta al margine occidentale della città, tra via per Lonate e via Amendola, era un tempo una fattoria di campagna, ma è ormai circondata da un’edificazione di villini per lo più recenti. Vi si notano locali semidistrutti e scoperchiati (traccia dell’incendio) vuoti e degradati, o improvvisati; accanto, in uno stridente contrasto, appartamentini decisamente graziosi e ben tenuti, come quello dove la signora Maria vive con il marito. Infatti un’ala della struttura è di proprietà dei residenti, che hanno ristrutturato con cura, l’altra, di un privato, è rimasta preda dell’incuria diventando rifugio di clandestini
Da una decina d’anni la situazione è gravemente peggiorata, racconta la pensionata; prima la cascina era abitata solo da italiani, spesso venuti dal Sud come lei. Poi all’immigrazione d’un tempo si è sostituita quella più recente. Più volte, riferisce, in passato i residenti più o meno temporanei dell’ala più degradata della cascina si sono affrontati in violente discussioni, a botte e spintoni, tanto da richiedere in almeno una occasione l’intervento delle forze dell’ordine, ma senza mai arrivare agli estremi di un delitto.
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