“La gita di Bossi in Svizzera? Un autogol clamoroso”
Lo afferma Elio Giacometti, segretario della Federazione di Varese del Partito dei Comunisti Italiani: "Subito dopo l'incontro due mozioni che penalizzano il territorio"
La gita di Bossi nel Canton Ticino è stata un suicidio politico. Lo afferma senza mezze misure Elio Giacometti, segretario della Federazione di Varese del Partito dei Comunisti Italiani: «Bossi è andato nel Canton Ticino a chiedere sostegno per la sua protesta contro Malpensa. Ha visto con mano il fallimento della sua politica orchestrata con Formigoni&C – afferma Giacometti in una nota -. Per alimentare l’hub di Malpensa si è affossata Alitalia, ingolfata e costretta ad alimentare due hub, si sono scaricati 200 milioni sui contribuenti. Insomma un fallimento con l’aggiunta di assistenzialismi e precarietà del lavoro. Ora Bossi e Formigoni protestano, urlano contro il Governo, che per fortuna invece ha impostato il problema in modo concreto. Occorre ora che il piano con l’Air France, che è giusto dal punto di vista industriale, garantisca certezze per l’occupazione e una quota dello Stato italiano fondamentale per giungere a una prospettiva di rilancio della compagnia di bandiera». Giacometti non si ferma qui, ma va oltre e analizza l’incontro in Svizzera tra Bossi e il leader ticinese Bignasca: «Per cercare clienti alla sua manifestazione Bossi è andato persino in Svizzera. Lì non ha potuto vantare neppure il collegamento tra il Canton Ticino e Varese e Malpensa, dopo oltre 15 anni di governo a Varese, Milano e Roma. Ha combinato un disastro e comunque arrecato un danno, l’ennesimo, al nostro territorio. Basta leggere la mozione che la Lega dei Ticinesi ha presentato alle istituzioni subito dopo l’incontro con il leader varesino – prosegue Giacometti, parlando di due mozioni presentate al Consiglio di Stato e al Comune di Lugano -: la Lega dei Ticinesi avanza seri dubbi e chiede di rivedere gli investimenti svizzeri concordati con lo Stato italiano per la realizzazione della ferrovia Mendrisio-Varese-Malpensa (stanziamento di 72 milioni di franchi approvato solo pochi mesi fa). Inoltre la Lega dei Ticinesi ha confermato di promuovere un referendum contro la libera circolazione delle persone e gli accordi bilaterali; in sostanza vuol rendere la vita più dura anche alle decine di migliaia di lavoratori frontalieri italiani. Bei risultati. E dopo aver ottenuto che i leghisti svizzeri verranno a manifestare in Italia (con i pullman visto che il treno non c’è) Bossi se ne è andato a mangiare in un bel crotto ticinese».
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