Il Comune censura i manifesti, il pd protesta

Il 7 dicembre ci sarà il referendum indetto dal comitato per il mantenimento della scuola di via De Mohr. Il sindaco Damiani: «Erano affissioni abusive e ingannevoli»

Il Comitato referendario per il mantenimento della scuola elementare “Cesare Battisti” nell’attuale sede di via De Mohr fa affiggere i manifesti per pubblicizzare il voto. Il Comune li fa togliere. Il Pd protesta. 
Manca poco più di un mese al referendum per mantenere  la storica scuola elementare di Malnate e già l’aria si fa incandescente. 
«Abbiamo sempre sostenuto che una nuova scuola sia completamente inutile – dichiarano i responsabili del Pd malnatese -. Il Comitato ha fatto affiggere a pagamento dall’agenzia convenzionata con il Comune, su spazi pubblici, un elegante e sobrio manifesto di ringraziamento ai 2783 malnatesi che hanno chiesto con le loro firme, autenticate anche dai consiglieri comunali del Pd, lo svolgimento del referendum che si terrà il prossimo 7 dicembre. il Sindaco, equivocandone volutamente il contenuto, ha fatto strappare i suddetti manifesti, continuando in questo modo nel suo atteggiamento ostile e scorretto nei confronti dell’azione del Comitato, già più volte manifestata in altre occasioni. Mai nella storia politica di Malnate si era verificato un episodio tanto antidemocratico. Colui che ha scelto deliberatamente di compiere un gesto simile è indegno di essere a capo della nostra comunità».

Sandro Damiani, sindaco di Malnate, spiega l’accaduto e smentisce che la rimozione dei manifesti sia un atto politico. «Non abbiamo strappato nulla – dice il primo cittadino –  si tratta di una censura con rimozione perché quell’affissione era abusiva. Infatti, il comitato h acontravvenuto al regolamento per la pubblicità elettorale, approvato tra l’altro dall’allora giunta di centrosinistra,  che stabilisce il limite di un mese prima della consultazione elettorale. Quindi quei manifesti potevano essere affissi solo a partire dal 7 novembre e non prima. Inoltre, entrando nel merito si trattava pure di pubblicità ingannevole perché i manofesti riportavanola dizione "Sì vota sì" e quindi affiancati creavano grande confusione. È chiaro che dietro tutto quiesto c’è il Partito democratico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2008
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