“La cassa integrazione a Varese non puo’ deciderla Roma”
Cisl e Uil chiedono che sia ancora la commissione territoriale a decidere sulle richieste degli ammortizzatori sociali. «È federalismo al contrario. Che intervengano i parlamentari varesini»
«In un momento di crisi così grave, in tema di cassa integrazione c’è il rischio di un federalismo al contrario. Ecco perché abbiamo chiesto al presidente della Provincia di Varese di chiamare a raccolta i parlamentari varesini per evitare che l’approvazione degli ammortizzatori sociali per ogni terittorio finisca a Roma come annunciato dal Governo». Carmela Tascone, segretario della Cisl, e Marco Molteni, segretario della Uil, hanno fatto questa richiesta all’ultimo tavolo di concertazione territoriale convocato dal presidente della Provincia Dario Galli. «Se il Governo centralizza la cassa integrazione ci saranno problemi sia in termini di tempi di risposta sia in termini di gestione concreta – continua Carmela Mascone –. I lavoratori che devono far mangiare le loro famiglie non possono aspettare troppo. Negli anni passati la commissione territoriale, che vagliava le domande di cassa integrazione, ha funzionato molto bene, con trasparenza ed efficienza».
Il pacchetto che i sindacati hanno portato sul tavolo di concertazione comprendeva altre richieste importanti: non si disperdere nel calderone generale della crisi i 40 milioni di euro destinati alla crisi di Malpensa, allargare gli ammortizzatori sociali in deroga (oggi previsti per il settore tessile e meccanotessile, anche per le aziende con meno di 15 dipendenti) ad altri settori colpiti dalla crisi, capire che fine hanno fatto gli altri 40 milioni di euro stanziati per Malpensa per terminare le infrastrutture di collegamento, utilizzare i fondi di riserva messi a bilancio per pagare le tredicesime ai lavoratori. «L’argomento crisi – dice Marco Molteni – nell’ordine del giorno della convocazione del tavolo di convocazione era al terzo posto, dopo il bilancio della Provincia e dopo l’Ato. Questo forse è un segnale di come si percepisce la situazione di gravità. Comunque il presidente Galli ha preso nota delle richieste e ha detto che sui i 40 milioni destinati alle infrastrutture di Malpensa, di cui non si sa più niente, ci farà sapere».
Lo scetticismo di Molteni è rivolto soprattutto alla reazione del sistema territoriale nel suo complesso nei confronti del mondo creditizio, punto fondamentale della crisi. «È stato un tavolo di concertazione dove le associazioni non hanno fatto gli interventi che ci si aspettava dopo le dichiarazioni roboanti contro le banche. Insomma, le banche hanno creato questa crisi e nonostante ciò chiedono continue garanzie e il sistema continua a portare acqua al loro mulino senza contropartite in cambio. Sarebbe opportuno che si facesse un’alleanza del territorio per il territorio, dove anche i Confidi delle associazioni datoriali facessero accordi per aumentare il loro potere contrattuale nei confronti delle banche. Dei segnali positivi ci sono comunque stati, ad esempio la Camera di Commercio ha accantonato un fondo e la stessa cosa ha fatto la Provincia che ha accantonato 1 milione di euro per facilitare l’accesso al credito delle imprese».
Non poteva mancare una battuta sulla “consorella” Cgil, che venerdì scenderà in piazza con uno sciopero generale di 8 ore. «Lo sciopero generale è l’ultima arma per un sindacato – conclude Carmela Mascone -. Noi invece riteniamo che si debbano fare prima le proposte. Il confronto con la Cgil c’è sempre stato e rimane aperto ancora oggi».
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