Alfieri: “Emendamento beffa per Malpensa”
Il responsabile degli enti locali del PD lombardo Alfieri critica l'emendamento approvato per lo scalo varesino e spiega la vera natura della politica in atto
Riceviamo e pubblichiamo
Ieri c’è stato un primo sì ad un emendamento al decreto anticrisi che secondo
Purtroppo quelle righe rappresentano un mero auspicio. Sia chiaro: perfettamente condivisibile, anche perchè il PD lombardo sostiene da tempo che l’unico modo di salvare Malpensa sia la liberalizzazione dei diritti di volo tramite la revisione degli accordi bilaterali. Accordi a cui il Governo, se veramente volesse, potrebbe già mettere mano senza bisogno di alcun intervento normativo. L’emendamento finisce quindi per essere una trovata propagandistica per coprire la sconfitta della Lega sulla svendita di Alitalia ad Air France con conseguente pesante ridimensionamento di Malpensa.
Facciamo chiarezza: il punto non solo gli slot in sé. Con il crollo del numero di voli su Malpensa e con la possibilità di riassegnare ogni sei mesi quelli inutilizzati, di spazi per volare ce ne sono in abbondanza. Il problema che le compagnie aeree che vorrebbero utilizzare gli slot liberi non possono utilizzarli perché bloccati da accordi bilaterali che impediscono la concorrenza. Accordi bilaterali negoziati negli scorsi decenni per tutelare la vecchia compagnia di bandiera. La chiave di volta per rilanciare Malpensa, al netto della propaganda, sta unicamente nella rinegoziazione degli accordi bilaterali con alcuni Paesi strategici.
Esempio concreto: Lufthansa si accorda con SEA per investire su Malpensa. Sulle tratte verso i Paesi dell’Unione Europea – già liberalizzate – può farlo; non verso quelle più redditizie (fuori dall’UE e dagli USA) non liberalizzate. Nello specifico, Lufthansa vorrebbe attivare dei voli da Malpensa verso Mosca e San Pietroburgo (tratte con mercato molto sostenuto), ma non può farlo a causa dell’accordo bilaterale Italia-Russia che protegge le rispettive compagnie di bandiera. L’emendamento proposto dalla Lega serve in questo senso. No, si limita ad affermare una volontà.
Il Governo Berlusconi può invece già adesso chiedere la convocazione della commissione mista Italia Russia ed avviare con la controparte la revisione dell’accordo bilaterale, permettendo a Lufthansa di volare da Milano a Mosca.
Il punto è che non c’è la volontà politica di procedere alla revisione di questo e di altri accordi bilaterali strategici con Cina, Giappone, Corea, Emirati e Brasile. La priorità di Berlusconi e del suo governo è quella di proteggere gli interessi della neonata CAI e quindi del nuovo partner francese. Da una parte, conferisce – con il blocco per tre anni della valutazione antitrust – il monopolio di fatto della tratta Milano Roma, con l’inevitabile conseguenza dell’aumento delle tariffe a carico dei consumatori. Dall’altra, per “ripagare” l’investimento di Air France il Governo sarà spinto a non rivedere gli accordi bilaterali sulle tratte più redditizie. Lo dimostra il fatto che da settimana prossima CAI su Malpensa avrà la miseria di tre voli intercontinentali, di cui uno solo tutti i giorni. In compenso ci saranno 39 voli settimanali da Milano a Parigi che andranno ad alimentare i voli intercontinentali di Air France in partenza dall’hub di Charles De Gaulle. Berlusconi e Bossi firmano così un capolavoro che penalizza Malpensa e scarica sui contribuenti, tra debiti accollati dallo Stato e costi degli esuberi, 3,3 miliardi di euro in un solo anno.
In questo quadro, solo lo sforzo congiunto di istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e partiti potrà fare breccia su questo governo, per costringerlo a rivedere gli accordi bilaterali decisivi per lo sviluppo di Malpensa. Il Partito Democratico lombardo ha fatto e continuerà a fare la propria parte.
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