“La granitica maggioranza comincia a scricchiolare?”

Nota della segretaria cittadina di Forza Italia Milena Melato dopo le dimissioni dell’assessore Giovanna Reboni

Riceviamo e pubblichiamo
 
Lunedì l’assessore all’arredo urbano Giovanna Reboni ha rassegnato le dimissioni. Quasi di soppiatto, senza clamore, dopo 7 anni di ininterrotto mandato amministrativo. Ce la staranno raccontando giusta oppure è la vecchia strategia della “polvere sotto il tappeto”?
 
Le motivazioni ufficiali riportate sulla stampa locale affermano che la scelta operata dall’assessore Reboni deriverebbe da «sopraggiunte inconciliabili esigenze familiari e impegni lavorativi che mi costringono a non poter continuare l’attività amministrativa». Conoscendo la trasparenza della persona, non lo mettiamo in dubbio, ma l’atteggiamento dell’amministrazione comunale e della maggioranza in questa vicenda lascia pensare. Quando si ricevono dimissioni così improvvise prassi vorrebbe che si cercasse quantomeno di congelarle, di provare ad indurre il diretto interessato ad un ripensamento o ad un rinvio, ma in questa occasione non sembra che sia accaduto niente di tutto ciò. Facciamo notare che Giovanna Reboni non ha lasciato solo le deleghe in Giunta Comunale ma anche il suo ruolo in consiglio comunale, che richiede certamente meno impegno in termini di tempo ed energie di quello di assessore. Nonostante ciò non risulta che nessuno abbia cercato di dissuaderla o di convincerla a proseguire almeno la propria esperienza in consiglio comunale.
 
Da parte nostra esprimiamo il massimo rispetto per le scelte personali, familiari e professionali di Giovanna Reboni, nonché la massima stima nei confronti della persona e dell’esponente politico con cui per anni ci siamo lealmente confrontati, anche duramente (vedi la questione di piazza Mazzini, operazione fortemente contestata dall’opposizione). Non è certo nostra intenzione speculare o intrufolarci nelle ragioni che hanno portato Giovanna Reboni a lasciare l’incarico in Giunta, ma non possiamo evitare di far notare il significato politico che intravediamo dietro a queste dimissioni.
 
Innanzitutto, uno spostamento a sinistra dell’asse della maggioranza: Reboni si è dimessa e non è stata, almeno per il momento, sostituita, lasciando così vacante uno dei posti spettanti al centro della coalizione di “Nuova Cardano Viva”. In passato in simili occasioni il sostituto veniva presentato immediatamente ma stavolta non è successo, ci sembra legittimo chiedersi il perché.
 
Oltretutto è da mesi ormai che assistiamo allo spettacolo di una maggioranza granitica che lentamente comincia a sgretolarsi. A sette anni dall’insediamento di “Nuova Cardano Viva” emergono prepotenti le contraddizioni interne ad uno schieramento di coalizione che ormai resiste praticamente solo a Cardano al Campo, come l’ultimo dei giapponesi dopo la fine della seconda guerra mondiale. Scricchiolii ormai difficili da nascondere sotto il tappeto: post-comunisti e “Popolari” si danno battaglia quasi quotidianamente a colpi di associazioni e convegni, rispolverando addirittura Berlinguer e don Sturzo. In mezzo ci sono i socialisti che con il consigliere Costantino Iametti non perdono occasione per mettere in evidenza la loro posizione e i loro “distinguo” sulla stampa e nelle votazioni in consiglio comunale. E il Pd? A Cardano è roba da “Chi l’ha visto?”: se non ci fosse il sindaco (o piuttosto il consigliere provinciale) Mario Aspesi che rivendica la propria appartenenza ad un soggetto sempre più in caduta libera, i cittadini cardanesi penserebbero che la fusione tra DS e Margherita qui non è mai avvenuta.
 
Ormai assistiamo di continuo ad una gara ad alzarsi in punta di piedi per emergere nei confronti dei propri alleati, un teatrino indecoroso mentre i cittadini cardanesi si aspettano un’amministrazione che governi e che sappia dare risposte ai loro problemi, soprattutto in un momento come quello attuale. Sarebbe ora di iniziare a pensarci seriamente.
 
Milena Melato

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Febbraio 2009
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