Zoppo: “Siamo stati truffati, ma pagheremo i giocatori”

Giovedì riunione di CdA per un aumento di capitale. Il presidente risponde a denti stretti all'indomani della clamorosa protesta dei giocatori: "Ho avuto compagni d'avventura che non hanno rispettato i patti. Da inizio stagione ci manca il 36% dei soci"

Giuseppe Zoppo, presidente della Pro Patria, non ci sta. Non ci sta a sentirsi prendere di mira, al «massacro mediatico» come lo definisce: e di certo non deve essergli sfuggito il repentino mutamento d’opinione anche della tifoseria, che se prima lo portava in palmo di mano come salvatore della patria tigrotta ora gli grida d’andarsene, anche sull’inevitabile bacheca elettronica di Facebook. Lui stringe i denti e tira dritto, ripetendo che le difficoltà denunciate ieri pubblicamente dai giocatori non sono dovute a una cattiva volontà della società ma a mancati pagamenti da parte di altri. Anzi: domani, giovedì, conferma a Varesenews, si terrà una riunione del CdA societario per predisporre un aumento di capitale e sistemare le situazioni pendenti. «Non ho ancora letto i giornali» dice il patron biancoblu: e si può anche fingere di credergli. Ma quando si tratta di spiegare come si è giunti a una situazione che ha visto insorgere pubblicamente gli stessi giocatori, Zoppo non si tira indietro. «La società è stata fatta oggetto di mancati pagamenti e di un tentativo di truffa per circa tre milioni di euro» denuncia. «È tutto documentato. E anzi sono contento che sia giunta in sede la Guardia di Finanza. Lo ha fatto sicuramente sull’onda del “disastro mediatico”» come insiste a chiamarlo, «ma anche per i versamenti non effettuati in nostro favore. Spero a questo punto che emerga la realtà, che si veda chi è in buona fede, insomma che parlino i fatti, non le chiacchiere». Ma chi sarebbero i morosi o truffatori? «Siamo stati avvicinati da rappresentanti di tre società» spiega il presidente «le quali hanno firmato un preliminare d’acquisto di quote e un contratto in cui si assumevano l’onere di gestire le sponsorizzazioni. Per quest’ultimo ci hanno fatto emettere fatture per 840.000 euro poi non pagati». Ed è questa, secondo Zoppo, la situazione alla base dei problemi denunciati ieri dai giocatori, che dal presidente chiedono massima trasparenza e chiarezza. «Quanto ai ragazzi» dice Zoppo, che di certo non ha mandato giù la loro uscita pubblica, «renderemo pubblici i relativi pagamenti, chissà che anche loro si mettano una mano sulla coscienza. L’hanno detto ieri che in dicembre hanno ricevuto un premio?».

Colpo su colpo, con asprezza: è questo lo stile Zoppo. La diplomazia non è il suo forte, che consiste invece nelle capacità di portare le situazioni al limite, quella che gli anglosassoni chiamano brinkmanship. Ci ha provato sulla questione nuovo stadio, che aveva provocato un mezzo terremoto a Palazzo Gilardoni, alla fine è andata buca. «In questo momento mi interessa poco, sinceramente» si schermisce. «Mi premevano molto più i campi d’allenamento, per la prima squadra e per i team giovanili». La situazione societaria è quella che è, ma a questo punto Zoppo “deve” andare avanti. «Dall’inizio della stagione ci è mancato il 36% dei soci, non dico altro». Dura la polemica in passato con l’altro socio maggioritario Cerboni, che rispose con una dichiarazione qualche tempo dopo. Ora anche l’ipotesi di “cordate” per riprendersi la società appare tramontata, o almeno così riferisce il presidente: «Non posso fare altro che restare, lunedì è saltato fuori che erano tutte chiacchiere quelle relative alla proposta di acquisizione». Porta chiusa, almeno per ora. «Per conto mio» conclude il presidente biancoblu «penso di aver fatto non il massimo, ma di più, parlano i risultati. Ho avuto però compagni d’avventura che non hanno rispettato gli impegni assunti. Poi questo clima, in cui prima si osanna, poi si distrugge. Tutti questi attacchi, sì, fanno venire voglia di lasciare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Febbraio 2009
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