Pdl, “Non è stata una fusione a freddo”
L’entusiasmo dei delegati, il nuovo corso della politica, i rapporti con la Lega. Alcune reazioni a caldo dalla nascita del Pdl da parte di politici varesini
«La consapevolezza che il Popolo delle Libertà esiste è stata forte nella base, nelle 6000 persone che sono arrivate a Roma, forse ancor di più che non nella classe dirigente. Non è stata una fusione a freddo, glielo assicuro». Un commento che non lascia dubbi sul congresso costitutivo del Popolo delle libertà proviene dall’assessore regionale ai trasporti e infrastrutture Raffaele Cattaneo (foto), reduce dal viaggio romano. «Ho apprezzato il discorso di Berlusconi – racconta Cattaneo – ma anche quello pronunciato ieri (sabato ndr) dal governatore Roberto Formigoni, cui i giornali non hanno dato grande evidenza ma che secondo me è valso molto di più delle due standing ovation fatte dalla platea». Motivo? «Formigoni ha avuto il coraggio di dire no alla Lega di lotta e di governo: una linea che condivido pienamente. Sebbene in Lombardia il rapporto col Carroccio sia buono, spesso i leghisti tendono a prendersi il merito migliore di quello che è un lavoro di coalizione e non di singoli partiti. Se devo mandare un segnale al Pdl dico: torniamo a consumare le suole delle scarpe e confrontiamoci anche a livello locale con la lega in occasione delle prossime elezioni”.
Soddisfatto della nascita del Pdl anche Nino Caianiello (qui a destra), dirigente varesino di Forza Italia. «Non siamo mai così forti come in questo momento – ha spiegato Caianiello – . Gli ultimi sondaggi di cui lo stesso Berlusconi ha parlato ci danno di gran lunga oltre il 40 per cento. Per noi è motivo di soddisfazione ma anche di assunzione di responsabilità». Anche Caianiello parla di rapporti con la Lega.
«La Lega è un alleato prezioso – dice – soprattutto per il ruolo che ha ed ha avuto nel cambiamento di questo paese. Esistono delle diversità, ma non parlerei di scontro, piuttosto di confronto, a volte di competizione. Ecco, auspico una sana e robusta competizione col Carroccio, anche in chiave locale».
Sulla strada del ritorno in Lombardia anche Luca Daniel Ferrazzi (foto a sinistra), oramai “ex” segretario provinciale di Alleanza Nazionale e assessore alle politiche agricole della regione Lombardia. Meglio il discorso di Berlusconi o quello del presidente della Camera Fini? «Silvio Berlusconi ha parlato oggi in modo pragmatico sulle contingenze e i bisogni reali del Paese – afferma Ferrazzi – . Ieri il presidente Gianfranco Fini ha fatto un discorso di alta levatura istituzionale. Il punto però non è chi ha fatto il discorso migliore. La questione del Pdl ta piuttosto nell’approccio che vi sarà all’interno del partito. Non sarà, il Pdl, un partito dove la voce di Berlusconi è legge. Piuttosto un luogo di confronto dove le posizioni vengono discusse e mediate».
Soddisfatto della nascita del Pdl anche Nino Caianiello (qui a destra), dirigente varesino di Forza Italia. «Non siamo mai così forti come in questo momento – ha spiegato Caianiello – . Gli ultimi sondaggi di cui lo stesso Berlusconi ha parlato ci danno di gran lunga oltre il 40 per cento. Per noi è motivo di soddisfazione ma anche di assunzione di responsabilità». Anche Caianiello parla di rapporti con la Lega.
«La Lega è un alleato prezioso – dice – soprattutto per il ruolo che ha ed ha avuto nel cambiamento di questo paese. Esistono delle diversità, ma non parlerei di scontro, piuttosto di confronto, a volte di competizione. Ecco, auspico una sana e robusta competizione col Carroccio, anche in chiave locale».
Sulla strada del ritorno in Lombardia anche Luca Daniel Ferrazzi (foto a sinistra), oramai “ex” segretario provinciale di Alleanza Nazionale e assessore alle politiche agricole della regione Lombardia. Meglio il discorso di Berlusconi o quello del presidente della Camera Fini? «Silvio Berlusconi ha parlato oggi in modo pragmatico sulle contingenze e i bisogni reali del Paese – afferma Ferrazzi – . Ieri il presidente Gianfranco Fini ha fatto un discorso di alta levatura istituzionale. Il punto però non è chi ha fatto il discorso migliore. La questione del Pdl ta piuttosto nell’approccio che vi sarà all’interno del partito. Non sarà, il Pdl, un partito dove la voce di Berlusconi è legge. Piuttosto un luogo di confronto dove le posizioni vengono discusse e mediate».
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