“Caro papà, lasciami giocare tranquillo”

Lettera al direttore - La bella risposta del Garbenbasket di Garbagnate all'aggressione contro un giovane arbitro avvenuta durante il Trofeo Garbosi

Nei giorni scorsi la nostra provincia ha ospitato – e lo ha fatto per il trentesimo anno consecutivo – il Trofeo Garbosi di pallacanestro, manifestazione dedicata al basket dei più piccoli. Una competizione che ancora una volta si è dimostrata tanto bella quanto importante per l’esperienza che regala ai giovani cestisti, alle loro famiglie e ai loro istruttori sia dentro sia fuori i campi di gioco.
Purtroppo in una delle tantissime partite che compongono il torneo si è registrato un brutto episodio, l’aggressione da parte di un famigliare di un giocatore (un nonno) a un arbitro di soli 16 anni. Per stigmatizzare quella macchia è giunta oggi a Varesenews questa lettera inviataci dal Garbenbasket di Garbagnate Milanese, che pubblichiamo volentieri.

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Caro direttore
spero che questa lettera possa esservi utile e ci piacerebbe la pubblicaste. Il movimento del basket ha bisogno della collaborazione di tutti a tutti i livelli.

LETTERA AL MIO PAPA’ –  Lo sai papà, che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia, quando durante una partita ti sei arrampicato sulla barriera di recinzione del campo, urlando contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto così  arrabbiato! Forse sarà anche vero che lui (l’arbitro) ha sbagliato, ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente…
Anche se ho perso la partita «per colpa dell’arbitro», come dici tu, io mi sono divertito lo stesso. Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che se non griderai più con l’arbitro sbaglierò di meno…

Papà, capisci, io voglio solo giocare, ti prego lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi fanno solo innervosire: "tira", "passa", "gioca duro"… Mi hai sempre insegnato a rispettare tutti, anche l’arbitro e gli avversari e di essere sempre educato… e se giocassero duro su di me quante parolacce diresti?
 
Un’altra cosa, papà: quando il Coach mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti. Io mi diverto anche a vedere i miei amici stando seduto in panchina. Siamo in tanti ed è giusto far giocare tutti (come dice il Coach). Scusami papà, ma alla fine non dire alla mamma al ritorno dalla partita "oggi ha vinto" o "ha perso"; dille solo che mi sono divertito tanto e basta. E poi non raccontare ti prego che ho fatto un canestro bellissimo: non è vero, papà! Ho buttato il pallone dentro il canestro perchè il mio compagno mi ha fatto un bel passaggio e perchè assieme agli altri compagni ci siamo impegnati moltissimo; per questo abbiamo vinto (ce l’ha detto il Coach). E ascoltami papà: al termine della partita non venire nello spogliatoio per vedere se faccio bene la doccia e se so vestirmi; che importanza ha se mi metto la maglietta storta? Papà devo imparare da solo! Sta sicuro che diventerò grande anche se ho la maglietta rovesciata, ti sembra? E lascia portare a me il borsone: vedi c’è stampato sopra il nome della mia squadra e mi fa piacere far vedere a tutti che io gioco a basket. Non prendertela, papà, se ti ho detto queste cose, lo sai che ti voglio tanto bene… ma adesso è già tardi. Devo correre in palestra per l’allenamento.
 
Se arrivo in ritardo il mio "Coach" non mi fa giocare la prossima volta.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Aprile 2009
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