Indagine sui rifiuti, è il giorno di Mario Chiesa
Il personaggio simbolo di Tangentopoli è arrivato in tribunale accompagnato dal suo legale Massimo Dinoia per essere ascoltato da gip e pm nel quadro dell'operazione "Rewind"
In Tribunale a Busto Arsizio è il giorno di Mario Chiesa. L’uomo dal quale partirono le indagini di Tangentopoli il 17 febbraio 1992, è al centro della nuova indagine denominata “Rewind” su traffico e smaltimento illegale di rifiuti, truffa aggravata ai danni dello stato e associazione per delinquere insieme ai tre fratelli A.B., M. B. e M. B., a quattro autotrasportatori (uno già scarcerato) e due basisti (ai domiciliari). È entrato in aula questa mattina (venerdì 3 aprile), poco dopo le 11, accompagnato dal suo avvocato, Massimo Dinoia. Dalle prime notizie circolate sembra che Chiesa stia rispondendo alle domande del gip del Tribunale di Busto Arsizio Donatella Banci e il pm Luca Gaglio.
L’indagine è partita dall’operazione Grisù, che portò a 19 arresti e 40 indagati per lo smaltimento dei rifiuti di Accam nel 2005. Da quell’indagine è emerso che la società “La Solarese”, con sede amministrativa a Solaro (Mi) e sede operativa a Saronno, gestiva con modalità fraudolente le attività di trattamento e smaltimento delle terre di spazzamento stradale. Da ulteriori indagini, che si sono basate
in buona parte sull’uso delle interecettazioni telefoniche sono stati riscontrati altri reati commessi in gran parte all’interno degli stabilimenti de “La Solarese” e che hanno permesso di rivelare la truffa ai danni di enti pubblici. Al centro del complesso “sistema” ci sarebbe proprio Mario Chiesa, amministratore della società “Servizi Ecologici Milano”, che secondo gli inquirenti faceva da intermediatore tra “La Solarese” e le aziende municipalizzate, risultava detentrice dei contratti di appalto e teneva i contatti commerciali a favore de “La Solarese”, corrompendo i funzionari pubblici trattenendo parte degli ingenti profitti delle fatture gonfiate. Il volume di affari perseguito è stato stimato in 2 milioni di euro, mentre i beni sequestrati ammontano ad un valore di 50 milioni di euro. Nelle scorse giornate sono stati ascoltati gli autisti che effettuavano i trasporti e due dei tre fratelli titolari de “la Solarese”. Tre camionisti hanno confessato parte delle proprie responsabilità (uno è stato scarcerato), mentre i fratelli M. e M. B. hanno fornito versioni diverse. La donna avrebbe parzialmente ammesso le proprie responsabilità, cercando di far emergere la propria posizione defilata nel “sistema”, mentre il fratello A. ha chiesto di essere ascoltato in un secondo momento e in sede separata dal pm Luca Gaglio.

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