Una Fondazione per la CRI di Gavirate

Dopo le polemiche e le strumentalizzazioni politiche, i volontari della Crioce Rossa invieranno una lettera a tutte la cittadinanza chiedendo un gesto di solidarietà




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Una fondazione per sostenere la Croce Rossa di Gavirate. È la proposta che i 250 volontari del Comitato locale del Medio Verbano proporranno alle famiglie del territorio attraverso una lettera che sarà recapitata direttamente nella posta: « Siamo profondamente amareggiati dalla strumentalizzazione politica che è stata fatta sulle nostre teste – spiega Silvio Aimetti, presidente della CRI dal 2001 – Tutta la bagarre ha sminuito il grande valore sociale che ha un’iniziativa di volontariato qualche quella che noi rappresentiamo. La Croce rossa non è solo emergenza, un  impegno già di per sé sufficiente a riscuotere rispetto, ma è anche sostegno sociale a chi si trova in difficoltà, spostamenti di dializzati o recapito di pranzi, monitoraggio di glicemia e colesterolo. La Croce rossa non ha mai avuto un finanziamento statale e si è sempre affidata ai volontari».

Per rivendicare la missione anche culturale che da un quarto di secolo i volontari della CRI effettuano a Gavirate e sul medio Verbano, gli stessi volontari hanno deciso di toccare le coscienze dei cittadini spiegando il lavoro effettuato con oltre un milione di ore di attività al servizio della popolazione, la preparazione e le garanzie che un comitato locale rappresenta per la cittadinanza.

La Fondazione dovrebbe, quindi, rappresentare un attestato di stima verso questi volontari, un legame profondo che permetta un minimo di indipendenza e sicurezza a chi si prende cura dell’emergenza. Attraverso contributi, donazioni, cinque per mille, si spera di ottenere un segnale forte che convinca e coinvolga, senza ombre, il mondo politico e istituzionale locale: « Con la Fondazione Gerli Arioli abbiamo stretto un accordo amichevole per rimanere nell’attuale se finchè non saranno pronti i nuovi locali – racconta Aimetti – facciamo conto di un anno per i lavori che dovrebbero realizzarsi sull’area promessa dall’amministrazione cittadina dietro al Catasto. L’amministrazione potrebbe contribuire, inoltre, con un fondo iniziale della raccolta fondi per la fondazione che realizzerà e gestirà la sede dandola in affitto per 40 anni alla CRI. Per noi sarebbe un importante segnale di attaccamento e riconoscenza per un lavoro che svolgiamo 365 giorni all’anno, con lo stesso impegno verso tutti, senza distinzione».
La campagna elettorale è alle porte. La CRI, diventata pomo della discordia nella giunta Paronelli, spera di diventare un simbolo di solidarietà e serietà per cui valga la pena impegnarsi.




Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Aprile 2009
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