Al museo Pagani è di scena Pippo Pollina

Il cantautore siciliano che fondò gli Agricantus sarà a Castellanza il 3 luglio




Nell’ambito del cartellone di Estate Spettacolo 2009, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza propone l’appuntamento con  "Pippo Pollina Tour 2009 – A la carte" al Museo Pagani venerdì 3 luglio alle ore 21.

Una vita all’estero, a girovagare per l’Europa, guadagnando la stima e i consensi di tutti, mentre in Italia il suo nome è semisconosciuto. E’ questa, a grandissime linee, la storia di Pippo Pollina, cantautore palermitano residente in Svizzera. Dopo una breve ma profonda esperienza giornalistica in seno al mensile “I Siciliani” dissacratorio e innovativo periodico diretto dallo scrittore Giuseppe Fava che per le sue coraggiose indagini su mafia e politica viene assassinato a Catania nel 1984; dopo aver partecipato, nel 1979, alla fondazione degli Agricantus, apprezzato gruppo che propone musica etnica africana, a metà degli anni ottanta Pippo decide di girare l’Europa: “Lasciare l’Italia per altri paesi – spiega Pollina – era una curiosità, era una mia necessità dello spirito, dell’intelletto, più che una necessità legata al mio contesto privato e sociale, che era la Sicilia”. Inizialmente Pollina si esibisce nelle piazze e nelle strade, poi viene notato dal cantautore svizzero Linard Bardill, che lo invita a partecipare alla registrazione di un suo disco. Poco dopo vede la luce il primo album, “Aspettando che sia mattino” (1987), accolto con grande clamore dalla critica europea. Da lì a stabilirsi definitivamente in Svizzera, il passo è breve. L’Italia degli anni ottanta, specialmente per quanto riguarda l’espressione musicale, non riesce a offrire grandi occasioni a chi propone qualcosa di diverso: “La musica in centro Europa è più libera e per questo mi interessava di più, è più facile fare musica così come ti piace senza trovare quella massa di preclusioni, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista delle scarse occasioni di farti conoscere. In centro Europa non è così, per cui un artista che propone un certo tipo di discorso se la può giocare, magari ti va anche male, però sei almeno invitato al gioco. In Italia, invece, non ti fanno nemmeno entrare quando sei davanti alla porta…”. Poi arriva il 2000 e Pippo decide di affrontare il pubblico italiano: “E’ arrivato il tempo di provarci – ammette Pippo – e devo dire che tra mille difficoltà sto notando che c’è comunque gente che apprezza la mia musica, le mie canzoni a testimonianza del fatto che nonostante i grandi mezzi di comunicazione di massa tendano ad omologare il pensiero, e non soltanto quello, c’è anche spazio per chi fa scelte individuali diverse”.

Amico e collaboratore di Franco Battiato e Georges Moustaki, incide con Battiato “Rossocuore” nel 2000 e nel 2007 “Ultimo Volo” con Manlio Sgalambro: un”orazione civile” per la memoria della strage di Ustica recentemente rappresentata anche in lingua tedesca a Stoccarda. Insomma, roba da smuovere le troupe delle televisioni nazionali quando fa una conferenza stampa, qui non si sa invece neanche come mettere l’accento sul suo cognome! Del resto quanti da noi conoscevano Paolo Conte prima del successo in Francia?




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Pubblicato il 29 Giugno 2009
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