Brucia un capanno, i carabinieri scoprono un arsenale

Tra i resti dell'edificio i militari scoprono una Beretta, una P38 e un'arma a canna lunga, oltre ad una sessantina di cartucce. I contadini affittuari: "servivano per difenderci dalle intrusioni notturne"

Un incendio come tanti, con sorpresa finale: tra i resti dei capanni agricoli andati a fuoco i vigili del fuoco e i carabinieri hanno trovato un vero e proprio arsenale, Beretta e P-38, armi lunghe da guerra, munizioni. 

L’allarme è stato dato ieri intorno alle 17: un incendio in una delle zone agricole intorno a Novate Milanese, nei pressi di via Vialba. Le fiamme, spente dopo circa un’ora dai Vigili del Fuoco di Milano, distruggevano due capanni in legno adibiti ad attrezzi agricoli (foto a destra). 

I Carabinieri della Compagnia di Rho hanno quindi effettuato un accurato sopralluogo finalizzato ad individuare eventuali tracce che chiarissero la dinamica dell’incendio, che si presume essere di origine dolosa. Ma proprio durante le verifiche, i militari rhodensi hanno scoperto un vero arsenale custodito all’interno delle baracche. Pistole e armi da guerra: una pistola Beretta semiautomatica cal. 7,65, con matricola abrasa  e una semiautomatica Walter P-38 calibro 9. Oltre alle due semiautomatiche (nella foto) è stata ritrovata anche un’arma lunga, una carabina Diana mod.35,  che è risultata poi rubata tredici anni fa ad un pensionato di Fiorenzuola D’Arda. Nei capanni anche una riserva di munizioni composta da trenta cartucce calibro 9 luger e calibro 9×21 e ventiquattro cartucce sempre marca “Geco” cal. 7,65 e 6,35 (queste ultime non compatibili con le armi rinvenute). Le successive indagini hanno attribuito le armi e le munizioni ai due contadini che avevano in uso abituale il terreno, identificati in M.A., 63enne da Cusano Milanino, e S.B., 57enne milanese.

I due affittuari si sono giustificati dicendo di detenere le armi per difendersi da intrusioni, soprattutto notturne, da parte di malviventi. La spiegazione non ha convinto gli inquirenti e il giudice: i due sono stati arrestati per concorso in detenzione illegale di armi comuni e da guerra e sono attualmente ristretti nel carcere di S.Vittore. I militari rhodensi hanno comunque attivato più approfonditi accertamenti per capire la provenienza delle armi e l’eventuale utilizzo negli anni passati.

 

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Pubblicato il 10 Giugno 2009
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