Il finto piano casa e la subalternita’ leghista
La nota del comitato elettorale di Rocco Cordi’ candidato al Parlamento Europeo con Sinistra e Liberta’
Riceviamo e pubblichiamo
La Lega con una mano tappezza la Lombardia di manifesti in cui invita a “tutelare la terra dei nostri padri” con l’altra firma la proposta di legge della Giunta Formigoni che viene spacciata per “piano casa” ma che in realtà è zeppa di misure volte a regalare ai proprietari di ville mono-bifamiliari e agli speculatori sempre in agguato, un enorme incremento volumetrico che peserà notevolmente su un territorio già gravemente compromesso.
E’ auspicabile che nelle prossime settimane le norme contenute nella “proposta” di legge (di questo si tratta e non di “legge varata”, come frettolosamente informano i media) diventino terreno di confronto e di battaglia politica nelle realtà territoriali come in Consiglio Regionale.
La Giunta Formigoni ha lanciato la “proposta” in piena campagna elettorale con l’evidente obiettivo di lanciare messaggi a destra e manca sul mantenimento degli impegni presi. Concretamente siamo di fronte ad un ennesima prova di “effetto annuncio” a cui da tempo il centrodestra ad ogni livello siamo abituati. Non avendo più nulla da dire su Malpensa e sui soldi mancanti per la realizzazione di grandi opere annunciate da decenni ecco gli effetti miracolosi di un piano che dovrebbe attivare in pochi mesi 7 miliardi di investimenti (privati) e addirittura 30.000 posti di lavoro.
Con quale prezzo per il territorio lombardo ovviamente non lo si dice o si tende ad occultarlo esaltando gli elementi “qualitativi” contenuti nella proposta. Ma la qualità costruttiva e il profilo energetico degli ampliamenti consentiti o delle nuove costruzioni, peraltro già previste dalle norme vigenti, non giustifica minimamente una regalia di volume che, secondo le stime – molto prudenziali – della stesa Giunta ammonterebbe ad oltre 6 milioni di metri cubi.
Altro che “piano casa”. Di questo non c’è traccia, resta solo il titolo. Bisogna ricordare infatti che i “piani casi” storicamente sono stati pensati per rispondere alla domanda di alloggi a prezzi e canoni convenzionati. Ovviamente anche un moderno “piano casa” dovrebbe essere progettato e definito tenendo conto dei mutamenti urbanistici delle nostre città e delle nuove domande sociali. Un piano che richiede soldi, tempo, ed anche un po’ di creatività, ma si tratta di risorse ormai rarefatte e precluse ad una politica all’insegna dell’improvvisazione e del “fai da te”.
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