Vacanze in Sardegna per i pazienti diabetici della pediatria
Sono partiti alla volta delle Saline di Palau, grazie al contributo del Comitato Tutela Bambino in ospedale, diciassette adolescenti, curati dal laboratorio di diabetologia al Del Ponte

Grazie al Comitato Tutela Bambino in Ospedale ed al contributo di Bayer SpA e Roche Diagnostics SpA, è stato possibile organizzare il campo diabetici 2009 in Sardegna, località le Saline di Palau.
Un posto splendido, dove 17 preadolescenti ed adolescenti, accompagnati dal prof. Alessandro Salvatoni e da altri pediatri dell’Azienda Ospedaliera di Varese, potranno imparare a gestire correttamente il diabete.
Un posto splendido, dove 17 preadolescenti ed adolescenti, accompagnati dal prof. Alessandro Salvatoni e da altri pediatri dell’Azienda Ospedaliera di Varese, potranno imparare a gestire correttamente il diabete.
«Quando il diabete fa il suo esordio nell’età evolutiva – spiega Emanuela Crivellaro, presidente CTBO – si diventa per sempre insulino dipendenti. È una malattia cronica che condiziona fortemente la vita. Il disagio provato è pesante. Questi ragazzi, infatti, devono misurarsi la glicemia ed iniettarsi l’insulina diverse volte al giorno, quindi anche quando si trovano con i compagni di scuola o con gli amici. Chi sta con loro,
insegnanti, istruttori sportivi, amici, ecc., deve sapere che hanno il diabete, perchè potrebbero sentirsi male; chi li accompagna deve essere istruito su cosa fare in caso di ipoglicemia; a volte le strutture sportive non accolgono i ragazzi diabetici e le compagnie assicurative escludono dalle loro polizze chi è diabetico; devono sempre portarsi il kit di materiale sanitario, insulina, striscette ecc.; l’alimentazione deve essere controllata e anche una semplice pizza in compagnia può diventare un problema; in molte occasioni, come gite e passeggiate, si devono “bucare” davanti agli altri. Ciò provoca vergogna, timore di essere esclusi dal gruppo. La conseguenza è l’emarginazione oppure, più spesso, il rifiuto della malattia e, quindi, del curarsi, con gravi ripercussioni sulla salute, negando la propria condizione a sé stessi e ai coetanei».
«Tra il rifiutare la malattia e il non curarsi o curarsi male, esiste una terza possibilità: mantenere una vita normale imparando ad accettare e a convivere con il diabete – sostiene il prof. Alessandro Salvatoni – Coinvolgere un giovane diabetico in attività che lo aiutino ad accettare la patologia però è difficilissimo, soprattutto se proposte dagli adulti. Il nostro obiettivo, in collaborazione con il CTBO, è di riuscire a creare un gruppo di ragazzi diabetici affiatati, che possano essere di aiuto a tutti gli altri. I casi di diabete sono in continuo aumento. E si abbassa sempre di più la fascia d’età dell’esordio».
Al mattino ed al pomeriggio i ragazzi saranno impegnati in un corso di vela, per trasmettere loro il messaggio che sono uguali ai coetanei ed in grado di affrontare anche le situazioni "estreme". Una psicologa ed un animatore del CTBO, faciliteranno le relazioni tra i ragazzi e lo scambio di esperienze e vissuti. E cercheranno di formare il gruppo di mutuo aiuto.
E l’esperienza in vela? Potrà continuare a Cerro, dove il CTBO ha ormeggiate tre barche, regalate qualche anno fa da un generoso donatore. I ragazzi potranno così, continuare a condividere non solo il diabete, ma anche momenti di allegria e spensieratezza, invitando anche amici non diabetici.
Intanto, in Sardegna alla sera a letto presto? Certamente no. Una caccia al tesoro, un torneo di calcio Balilla, una serata a Palau, una a La Maddalena e chitarra sulla spiaggia. Divertimento assicurato!
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