“A Bossi e Tremonti chiederemo un nuovo impegno”
Daniele Parolo, vice presidente della Cna varesina e di quella lombarda, riassume i problemi e le richieste degli imprenditori artigiani che incontreranno a Vergiate i rappresentanti del Governo
«Mi sembra logico che la Lega, nata su questo territorio, decida di incontrare proprio qui le imprese che stanno attraversando la crisi economica e di dialogare con loro». Daniele Parolo, vice presidente della Cna varesina e da ieri anche di quella lombarda, parteciperà all’incontro di stasera all’auditorium AgustaWestland di Vergiate. Dal convegno, che è stato organizzato da un gruppo di imprenditori del territorio e che vedrà come ospiti i ministri Bossi e Tremonti, si aspetta però degli impegni e delle risposte. «Sarà un momento di confronto importante – spiega Parolo – e come associazione di categoria cercheremo di alzare l’attenzione su quelli che sono i problemi delle aziende che rappresentiamo: dagli studi di settore al Made in Italy». Molti degli imprenditori che siederanno in sala rappresentano piccole aziende subfornitrici la cui sorte dipende spesso dalle scelte compiute dalle grandi imprese e proprio per questo i rappresentanti degli artigiani chiedono al governo di fare delle scelte strategiche: «Non contesto che le grandi imprese, come per esempio quelle del settore automobilistico, beneficino di aiuti – aggiunge Parolo – ma penso che sia opportuno che lo stato faccia una scelta "alla francese" (sulla scia della decisione del Sarkozy di sostenere le imprese che non delocalizzano) premiando quelle che decidono di rimanere con la produzione in Italia. Sempre rimanendo sul tema della filiera devo dire che ci aspettavamo una legge sulla tracciabilità del prodotto più incisiva».
Un supporto alle piccole imprese potrebbe arrivare, secondo il rappresentante di Cna, anche dalle risorse ottenute con l’applicazione dello scudo fiscale: «Non condividiamo la natura morale di questo provvedimento ma possiamo anche in questo caso chiedere che una parte delle risorse che sono state recuperate venga impiegato in progetti per il rilancio delle piccole e medie imprese».
Gli altri punti sui quali le imprese insisteranno riguardano la fiscalità e il credito: «Per quanto riguarda gli studi di settore insisteremo sulla richiesta di una moratoria di due anni, da tempo sosteniamo che questo strumento rappresenta un grosso ostacolo per le imprese perchè non tiene conto della situazione di anormalità che stiamo vivendo. Anche sul fronte del credito chiediamo un nuovo intervento: abbiamo apprezzato le azioni messe in campo finora ma di fatto per le nostre aziende è ancora difficile ottenere liquidità. Su un altro fronte vogliamo denunciare il comportamento di alcune banche che rispettando le nuove norme hanno tolto delle spese, come la commissione di massimo scoperto, ma le hanno reintrodotte in un’altra veste ugualmente penalizzante per le imprese».
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