Barbarossa non sfonda al botteghino
Il film di Martinelli sulla battaglia di Legnano incassa 400 mila euro nel fine settimana con oltre 250 copie. Si ferma al sesto posto della classifica. La critica stronca il film

Barbarossa ha comunque un grosso vantaggio di visibilità: sarà trasmesso nei prossimi mesi anche in tv, in due puntate su Rai Uno. Dato non insignificante considerando soprattutto la grande quantità di spettatori che solitamente raggiunge la fiction storica in prima serata. Il risultato del film andrà quindi giudicato sulla lunga distanza e non si esclude che possa anche rimanere per molte settimane in programmazione con speciali promozioni. Come quella che vedrà presente Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord, giovedì sera al Cinelandia di Gallarate, per una speciale proiezione del film. Presente anche il regista.
Intanto le recensioni dei critici si dividono, senza vie di mezzo, in giudizi trancianti dal punto di vista negativo (tanti) ed elogi sconfinati (pochi). Nel mirino della critica soprattutto la ricostruzione storica e il fatto che il film sia stato finanziato dalla Rai. «E’ tutto annunciato e commesso, con qualche primo piano horror, ma il racconto non dà emozioni anche per la scarsissima presenza degli attori» commenta M
aurizio Porro del Corriere della sera. Roberta Ronconi di Liberazione è più pungente: «La sceneggiatura è scritta da una Ong che combatte l’analfabetismo nelle langhe (‘adesso occupo Milano, perché sono cattivo). Come si fa a fare la recensione di un film così? Noi ci rinunciamo. Sinceramente, non siamo all’altezza». Cristina Piccino dalle colonne del Manifesto: «C’è però da arrabbiarsi visto che i finanziamenti a questa celebrazione di partito (che nefaste memorie) arrivano cospicui anche dai soldi pubblici (Rai) mentre si taglia dalla cultura».

«Non bastano una colonna sonora martellante – spiega Gaetano Vallini dell’Osservatore Romano -, un po’ di immagini enfaticamente rallentate, scontri cruentissimi e una buona dose di effetti mirabolanti per creare pathos e rendere epica una pellicola, per quanto costosa. Martinelli ha insomma sprecato un’occasione». Franco Cardini dalle colonne del Tempo, con un articolo dal titolo Le bugie del Barbarossa, attacca soprattutto la ricostruzione storica e la filmografia del regista: «Martinelli annunzia di star preparando un nuovo film storico, dedicato stavolta all’assedio turco di Vienna del 1683. Come insegnante nell’università statale e come cultore di storia, mi auguro che egli non sperperi di nuovo il pubblico danaro con altri insulti alla verità storica».
I commenti positivi ci sono. Come il direttore della Padania, Leonardo Boriani, che si è detto convinto del fatto che «Barbarossa potrà rappresentare il primo passo verso una cinematografia padana. Finalmente ci stiamo confrontando su un terreno che in precedenza era di completo appannaggio culturale della sinistra».
Al lui si aggiunge l’altro commento positivo del Giornale, firmato da Roberto Cordonati: “Mio figlio dodicenne, nonostante l’ora tarda e le sedie non certo comode sistemate al Castello Sforzesco di Milano se ne è rimasto sveglio e pimpante quasi dispiaciuto della fine. E questo anche se il film narra un fatto storicamente importante: la ribellione del popolo lombardo all’invasore Federico Barbarossa, ma sarebbe riduttivo interpretarlo solo sotto il versante storico, occorre considerare che un evento filmicamente tradotto non deve necessariamente rappresentare la verità degli storici che non è comunque la verità ultima».
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