Babbo Natale non riesce a tagliare la cassa integrazione

I dati elaborati dalla Cgil Lombardia mostrano al contrario un aumento al ricorso alla cassa integrazione straordinaria e in deroga. L'industria è sempre il settore più colpito

Il Babbo Natale del lavoro ha poco da offrire per il 2009: i dati Inps elaborati dal Dipartimento politiche contrattuali della Cgil Lombardia dicono infatti che i livelli della CIG del periodo gennaio-novembre del 2009, rispetto agli stessi mesi del 2008, sono sempre in crescita.

Aumenta la cassa integrazione straordinaria
La cassa integrazione di gennaio-novembre 2009 è cresciuta del 500% rispetto allo stesso periodo del 2008 (quella ordinaria del 681% e quella straordinaria del 304%), raggiungendo un totale di oltre 240 milioni di ore.
Se nel complesso si evidenzia la preponderanza della cassa ordinaria, la variazione tra il mese di novembre 2009 e lo stesso mese del 2008 indica valori che sono significativamente diversi. Infatti, la cassa ordinaria cresce del 308%, mentre la cassa straordinaria cresce dell’866%.
Sostanzialmente per la prima volta si è invertito il rapporto tra cassa ordinaria e cassa straordinaria.
L’aumento del ricorso alla cassa straordinaria e alla cassa in deroga indica che in molte aziende sono state superate le 52 settimane previste, e si è entrati in una nuova, pericolosa fase di crisi strutturale.

L’industria rimane il settore maggiormente colpito
Tra il periodo gennaio-novembre 2008 e 2009 la cassa integrazione totale nell’industria è cresciuta del 782%, molto al di sopra della media della Lombardia. Gli altri settori crescono rispettivamente del 168% l’edilizia, del 290% l’artigianato e del 417% il commercio.
Più nel dettaglio, segnano una significativa crescita i seguenti settori: il metallurgico (2.095%), il legno (875%), il meccanico (961%), la lavorazione dei minerali (597%), l’agricoltura (593%), la chimica (557%).
Tra le province si osserva la “drammatica” situazione di Lecco, dove la CIG totale è cresciuta del 1.370%, seguita da Lodi con il 926%, Mantova 713%, Como 769%, Brescia 713%, Cremona 685%, Milano 560%, Pavia 419%, Bergamo 343%, Varese 288%, Sondrio 213%.
Socialmente significativa è la tabella da noi elaborata sull’incidenza degli ammortizzatori “ordinari” sulla popolazione lavorativa dei dipendenti nei vari territori, che indica una disoccupazione “virtuale” solo relativa alla cassa ordinaria e straordinaria, non essendo possibile oggi prevedere quanti di questi lavoratori saranno riassorbiti in futuro.
Aumenta costantemente sul territorio regionale, nei settori del commercio, dei servizi e in particolare nel settore manifatturiero, il numero delle aziende con problemi di chiusura e di licenziamenti.

In aumento anche il numero ufficiale dei licenziamenti

Nel 2009 i licenziati ufficiali (legge 223/91 e legge 236/93), sono complessivamente ben 52.525 (+ 89%). Nelle liste di mobilità (legge 223/91) sono 19.730 (+44%), in indennità di disoccupazione (legge 236/93) sono 32.702 (+133%).
Questi ultimi, licenziati in legge 236/93, hanno solo il diritto all’indennità di disoccupazione, cioè ad un massimo del 60% dell’ultimo salario, per un periodo che varia dagli 8 ai 12 mesi in rapporto all’età anagrafica.

In aumento la cassa in deroga
Le richieste di cassa in deroga al 18 dicembre hanno riguardato 11.411 aziende e 84.651 lavoratori, e per il 2010 si prevedono richieste ulteriori e per periodi più prolungati.
Segno evidente che gli ammortizzatori “ordinari” cominciano ad andare in sofferenza, e se non fossero stati attivati gli ammortizzatori in deroga, come previsto nell’accordo sindacale del 4 maggio 2009, i numeri dei licenziati sarebbero stati ben maggiori.

Il mercato del lavoro
Significativi sono anche i dati sui flussi del mercato del lavoro della Lombardia: di tutti gli avviamenti effettuati nel primo semestre 2009, (894.446, inferiori al numero delle cessazioni che sono state 914.162), il 73% è avvenuto utilizzando forme contrattuali precarie (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto), facendo registrare un aumento significativo di tale quota. Il che induce a pensare che la ripresa, sarà lenta e difficile per i lavoratori, per le lavoratrici e per tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro non precario.

I commenti
«i dati, purtroppo, sono crudi e inequivocabili – hanno commentato Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia, e i segretari regionali Giacinto Botti e Maurizio Laini – Per quanto riguarda il lavoro e l’occupazione la crisi è nella fase più acuta e le prospettive per i prossimi mesi sono tutt’altro che positive. Il fatto che il ricorso alla cassa integrazione straordinaria abbia superato – a novembre – quello alla cassa ordinaria, conferma le nostre preoccupazioni: per molti si stanno esaurendo i termini per fruire degli ammortizzatori sociali o dell’indennità di disoccupazione. Per questo rinnoviamo a Regione Lombardia la richiesta di aprire urgentemente un tavolo di confronto su tre temi: politiche industriali, innovazione e infrastrutture».

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Pubblicato il 23 Dicembre 2009
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