In Svizzera minareti sul sito dei pompieri
Hacker in azione: hanno sabotato il sistema di alcuni siti. Risultato: sulle home page sono comparse foto di luoghi di culto islamici
E’ toccata ai pompieri di Lugano, al sito del Rabadan (il carnevale di Bellinzona) e perfino ad una società sportiva ticinese. Tutti siti che avevano nelle ultime ore una cosa in comune: l’home page si apriva con una foto di un minareto.
La recente polemica esplosa in Svizzera dopo il voto di domenica scorsa (che ha di fatto detto “no” alla costruzione di nuovi minareti), ha generato la risposta di alcuni hacker che hanno protestato alterando la prima pagina dei siti. La notizia è stata diramata da alcuni quotidiani svizzeri.
Secondo il giornale “tio.ch”, attorno alle 15 di oggi, 3 dicembre, i siti svizzeri sotto attacco erano “centinaia” anche se da una rapida ricerca i principali siti di informazione in lingua tedesca e francese (Blick, 24 Heures, Le Temps) apparivano “normali”, senza intrusioni. Sta di fatto che l’attacco hacker c’è stato, almeno sui siti citati, e il gesto ha fatto il giro del popolo di internet. La spiegazione del fatto che i grandi siti siano "protetti" sta nel fatto che l’attacco hacker è stato diretto contro due server che fanno hosting e che ospitano varie centinaia di siti svizzeri, tra cui anche alcuni ticinesi.La polemica sorta dopo il voto di qualche giorno fa, dunque, torna sulle prime pagine dei quotidiani dopo le prese di posizione del Vaticano e di numerose forze politiche europee. E’ di oggi la notizia
La recente polemica esplosa in Svizzera dopo il voto di domenica scorsa (che ha di fatto detto “no” alla costruzione di nuovi minareti), ha generato la risposta di alcuni hacker che hanno protestato alterando la prima pagina dei siti. La notizia è stata diramata da alcuni quotidiani svizzeri.
Secondo il giornale “tio.ch”, attorno alle 15 di oggi, 3 dicembre, i siti svizzeri sotto attacco erano “centinaia” anche se da una rapida ricerca i principali siti di informazione in lingua tedesca e francese (Blick, 24 Heures, Le Temps) apparivano “normali”, senza intrusioni. Sta di fatto che l’attacco hacker c’è stato, almeno sui siti citati, e il gesto ha fatto il giro del popolo di internet. La spiegazione del fatto che i grandi siti siano "protetti" sta nel fatto che l’attacco hacker è stato diretto contro due server che fanno hosting e che ospitano varie centinaia di siti svizzeri, tra cui anche alcuni ticinesi.La polemica sorta dopo il voto di qualche giorno fa, dunque, torna sulle prime pagine dei quotidiani dopo le prese di posizione del Vaticano e di numerose forze politiche europee. E’ di oggi la notizia
di Turchia e Pakistan che hanno chiesto alla Svizzera di fare un passo indietro, mentre l’ONU giudica il voto «chiaramente discriminatorio».
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