Treni, Lombardia inefficiente secondo Legambiente

dal monitoraggio della campagna "Pendolaria 2009" il sistema di trsporto su rotaia ne esce a pezzi. In media il 58% dei treni arriva con un ritardo superiore ai 5 minuti

Sporchi, sovraffollati e ora anche i più ritardatari d’Italia. I treni lombardi incassano un brutto colpo dal monitoraggio effettuato da Legambiente nelle principali stazioni italiane sui treni pendolari. Si concentrano infatti nelle stazioni di Milano Cadorna e Milano Centrale i più frequenti disagi per i pendolari, con il più alto numero di treni in ritardo rispetto alle altre stazioni italiane. E quindi se in Italia un treno pendolare ogni tre arriva in ritardo, a Milano succede ben più spesso, oltre un convoglio su due infatti tarda più di 5 minuti. Situazione spiegabile anche con l’alto livello di congestione in rapporto alla scarsa dotazione di chilometri di rete ferroviaria in Lombardia. Se infatti in Piemonte esiste un chilometro di binari ogni 2200 abitanti, in Lombardia invece il rapporto è di 1 Km ogni 5200 abitanti: un po’ poco per la regione più ricca e popolosa d’Italia. E’ questo il risultato di una indagine svolta da Legambiente nell’ambito della campagna Pendolaria 2009 e realizzata grazie al puntuale monitoraggio effettuato dai volontari in 13 stazioni di 11 città capoluogo di provincia, tra il 23 e il 27 novembre, nella fascia oraria 7.00 – 9.00 del mattino, per tre giorni consecutivi.

«La Lombardia si conferma una regione poco efficace nello sviluppo di una offerta di mobilità collettiva efficiente, affidabile e competitiva – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – si possono fare grandi proclami e dichiararsi paladini della lotta allo smog, al traffico e alle emissioni di gas serra, ma poi bisogna passare ai fatti, e i risultati delle politiche per il trasporto pubblico lombardo sono deludenti, denotando ritardo sia negli investimenti ferroviari che nel miglioramento del materiale rotabile e della qualità del servizio».

L’inaffidabilità del trasporto ferroviario è sicuramente una delle cause dello stato di congestione delle strade che si immettono a Milano, dove la rete autostradale è utilizzata prevalentemente da lavoratori che vi percorrono tratti molto brevi, in media nel raggio di 18-20 km dall’anello tangenziale: si tratta dunque di traffico che, in qualsiasi altra metropoli europea, verrebbe intercettato dal servizio pubblico.

Venendo ai numeri dei ritardi, su 95 treni monitorati in Stazione Cadorna – Ferrovie Nord, il 59% ha registrato un ritardo di almeno 5 minuti. In Stazione Centrale, su 93 treni controllati il 57% aveva oltre 5 minuti di ritardo. Bisogna dire però che nella stazione gestita da Ferrovie Nord si è registrato il minor ritardo medio (8 minuti, contro 11 in Stazione Centrale): si tratta quindi di un disagio generalizzato e ‘spalmato’ su quasi tutti i treni in arrivo nel terminal di Piazza Cadorna, che con soli 10 binari è la stazione di testa con la più alta intensità di utilizzo dei binari quanto a frequenza di arrivi e partenze. A livello nazionale invece, su 1216 treni monitorati, 430 (pari al 35% del totale) hanno registrato un ritardo superiore ai 5 minuti. 410 sono i convogli arrivati con un ritardo compreso tra uno e quattro minuti, mentre solo 374 treni (pari al 31% del totale) sono giunti in orario.

Sempre in affanno dunque il trasporto pubblico locale in Lombardia. Situazione difficile a cui ha contribuito l’avvio dell’alta velocità che ha di fatto congestionato i fasci di binari in ingresso alla stazione Centrale di Milano. E le cose non miglioreranno quest’anno visto che il numero di treni veloci che ogni giorno entrano nella principale stazione milanese è destinato ad aumentare passando da 54 a 70. Questo comporterà che altri treni pendolari dovranno essere deviati in stazioni periferiche con tutti i disagi che ne conseguono per i viaggiatori. Ma più ancora che il dato dei ritardi, un altro elemento segnala la condizione di grave arretratezza in cui versa l’intero sistema della mobilità collettiva in Lombardia: è la mancanza di integrazione tariffaria (tra FS, ATM, FNM e Autolinee extraurbane) , denunciata da Dario Balotta, esperto di trasporti di Legambiente Lombardia : “Siamo l’unica regione europea priva del biglietto unico integrato e mancante di una efficace programmazione che includa sia i servizi urbani che quelli extraurbani. Di fatto in Lombardia ogni azienda di trasporto locale effettua i servizi seguendo una logica aziendale e non sulla base dei reali bisogni e su una programmazione realizzata da Regione Lombardia o da una Autority dei trasporti”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2009
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