Haiti, Mani Tese chiede di cancellare il debito
Mani Tese e CRBM chiedono al governo italiano di impegnarsi per la remissione totale del debito haitiano da parte della comunità internazionale, in particolare del Fondo monetario
In concomitanza con la Conferenza dei Donatori che si sta svolgendo in queste ore a Montreal, in Canada, Mani Tese e la CRBM hanno scritto al governo italiano, nelle persone dei ministri Franco Frattini e Giulio Tremonti, per chiedere che in quel contesto si adoperi per la totale cancellazione del debito di Haiti.
Sebbene lo scorso giugno al martoriato Paese centroamericano siano già stati rimessi debiti per l’ammontare di 1,2 miliardi di dollari, rimangono da pagare altri 800 milioni. Oltre la metà di quella somma è dovuta al Fondo Monetario Internazionale (IMF) e alla Banca Interamericana di Sviluppo (IDB).
Il governo italiano rappresenta una voce autorevole nel Consiglio dei direttori esecutivi del Fondo e dell’IDB. Nei prossimi cinque anni Haiti dovrà pagare almeno 100 milioni di dollari in servizio del debito all’IMF e IDB, la stessa somma che il Fondo Monetario ha annunciato di voler prestare al Paese per fare fronte all’emergenza attuale.
Per questa ragione Mani Tese e CRBM domandano al nostro esecutivo di attivarsi per far sì che le due istituzioni multilaterali cancellino il debito immediatamente e senza alcuna condizione.
Per contribuire alla ricostruzione di Haiti c’è bisogno della concessione di aiuti a perdere (Grants) e non di crediti di aiuto che il governo di Port-au-Prince dovrebbe poi restituire. Tale iniziativa costituirebbe un segnale importante alla comunità dei donatori internazionali per non aumentare il debito estero del Paese, una possibilità questa che anche altri Governi europei stanno valutando.
«Se la comunità internazionale vuole davvero aiutare i milioni di sopravvissuti alla tragedia di Haiti, la cancellazione immediata e incondizionata di tutto il debito estero del Paese è un atto dovuto di giustizia sociale, economica, ambientale e climatica» ha dichiarato Elena Gerebizza della CRBM. «Se il governo italiano è intenzionato a dare un contributo efficace alla ricostruzione, deve impegnarsi a finanziare gli interventi di base necessari con grants e non con prestiti che riporterebbero Haiti nella spirale del debito» ha concluso la Gerebizza.
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