Si chiudono nel segno degli Habermann gli eventi per la Giornata della Memoria
Con gli studenti del triennio del liceo Crespi la signora Anna Maria ha ripercorso la vicenda familiare di suo padre, da lei riscoperta negli ultimi anni; non è mancato un inquadramento storico sulle leggi razziali e la persecuzione degli ebrei
Si sono conclusi stamane a Busto Arsizio gli eventi legati alla Giornata della Memoria. Forte e pregnante la testimonianza che Anna Maria Habermann ha voluto portare agli studenti del triennio del Liceo classico e linguistico Crespi. Figlia di un emigrato ungherese vissuto a Busto Arsizo dagli anni Trenta e che durante la guerra fu attivo nell’aiuto a partigiani e perseguitati d’ogni razza e tendenza politica, la signora Habermann ha scoperto solo in età adulta il passato del padre e della prima famiglia di questi, sterminata ad Auschwitz. Nel volume "Il labirinto di carta" la donna racconta il viaggio della memori, durato anni, per conoscere il Paese d’origine del padre e ricostruire la storia della sua prima famiglia, di origine ebraica, attraverso i documenti ritrovati – su tutti le lettere del fratellastro Tamàs, perito anch’egli nell’Olocausto.
Ad affiancare Habermann in questo incontro è stato il prof. Paganoni, che valendosi di un nutrito apparato documentale, di giornali e di filmati ha esposto con chiarezza ai giovani studenti il quadro storico in cui maturò la sciagurata scelta del regime fascista di Mussolini di scimmiottare il razzismo hitleriano con le infami leggi razziali. Norme che nell’indifferenza generale esclusero migliaia di piccoli dalle scuole pubbliche solo perchè di famiglia ebrea, e lasciarono senza lavoro nè prospettive cittadini definiti, in modo delirante, di "razza" ebraica. Come se l’ebraismo non fosse una religione, un ambito culturale. Un affronto al buonsenso e all’umanità che sarebbe poi culminato nel martirio degli innocenti con la Shoah, l’Olocausto, lo sterminio di quasi sei milioni di ebrei, uomini, donne, bambini, in tutta Europa, da parte nazista durante la guerra. Perì anche il 20% degli ebrei italiani, spesso denunciati e consegnati dalle zelanti e servili autorità della Repubblica fascista di Salò, al servizio dell’occupante.
L’iniziativa odierna è il completamento di un percorso di recupero della figura del dottor Aladar Habermann, padre della signora Anna Maria e medico molto noto in città, ma di cui quasi nessuno conosceva le gesta generose in tempo di guerra; pochi giorni or sono gli è stato dedicato un ulivo piantato nel "giardino dei giusti" all’interno del complesso scolastico. Nella stessa giornata di venerdì i ragazzi del biennio avevano incontrato Nico Kamp, figlio di una deportata ad Auschwtiz che conobbe Anna Frank.
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