L’indemoniato con i piedi celesti

Dopo il derby il voto massimo va a Bubba Buzzegoli, uno che porta in campo lo spirito di Sannino. Pallavoliste, tigrotti e francesi dietro la lavagna, mentre ai piani alti ritroviamo un vecchietto terribile

(d. f.) La domenica del derby di calcio non poteva che lasciarci in eredità due giudizi opposti sulle protagoniste viste sul prato del Franco Ossola. Con il bel tempo e i campi praticabili a Varese festeggiano la "rondine" Buzzegoli, che da sola non farà primavera ma che continua a fare gol. La Pro Patria invece, dopo aver conquistato il titolo del pagellone poco tempo fa, è costretta a ripartire dai bassifondi. Dove è in compagnia di un Michel Morandais sulle cui tracce abbiamo mandato i Ghostbusters…

Pagellone numero 9 – 15 marzo 2010

Daniele Buzzegoli 9 – È l’anima di questo Varese insuperabile tra le mura di casa. Fisico da uomo "normale", ma anima da lottatore d’altri tempi. Non si ferma mai, a volte sembra spiritato quando perde palla, la recupera in scivolata e fa ripartire i suoi compagni. Con Dos Santos forma un duo tutto muscoli, ma anche cervello. La punizione che sfiora il palo e finisce in porta per il 3-1 finale è una traiettoria disegnata dagli Dei del calcio. È il simbolo di una squadra e lo specchio del suo allenatore, altrettanto indemoniato nell’esilio della tribuna

Stefano Garzelli 7,5 – Il gallo vecchio del ciclismo varesino continua a fare buon brodo, anzi ottimo, ma nelle cucine della Tirreno-Adriatico trova ancora una volta (era già accaduto nel 2009) un piatto a base di Scarponi che è più saporito di lui. Almeno per adesso, perché per Garzelli c’è ancora l’ultima tappa da disputare per girare la classifica della "Corsa dei due mari". Due, come i secondi posti conquistati e i secondi di distacco in classifica: una maledizione.

Miguel Angel Magnoni 7 – Chissà se il Gaucho della Sestese si ricorda di quei due o tre anni in cui il pubblico di San Siro cantava a gran voce «El segna sempér lü», rivolto a Maurizio Ganz. Il campionato dilettanti non è la Serie A, l’ "Ettore Milano" non è il "Peppino Meazza" ma in riva al Ticino in pochi se ne curano. Da quando è tornato il bomber argentino la squadra del bravo Roncari è tornata a sperare di chiudere una stagione tribolata senza passare dai playout, che è come pescare la carta "imprevisti" mentre si gioca a Monopoli. 

Maurizia Borri e Aurea Cruz 5,5 – Sarebbe ingeneroso gettare la croce su Yamamay e Mc-Carnaghi in questo momento della stagione. Le biancorosse hanno accusato un passaggio a vuoto dopo un filotto di belle partite ma hanno già la testa al volo infinito che le porterà a Baku, le biancoblu cadono in casa ma è la prima volta quest’anno. Però, una ricezione più precisa del libero bustocco e una maggior sicurezza da parte della portoricana in attacco, magari avrebbero alleviato i due capitomboli sottorete.

Pro Patria 4 – Inizio niente male, con grinta e spirito di sacrificio. Poi piano piano la squadra di Vincenzo Cosco ha perso campo e mordente, soccombendo sotto i colpi di un Varese tutto ali e fantasia. Sul più bello, quando sembrava poter riavvicinarsi ad un pareggio insperato, il nuovo naufragio difensivo, segno che quello che manca, oltre ad un pizzico di concretezza (vedi Sarno e Serafini, piedi buonissimi, ma efficacia vicina allo zero) è il carattere. Per la salvezza la strada è lunga e difficile, gli uomini ci sarebbero anche (Pivotto in primis), ma serve qualcosina di più.

Michel Morandais 3 – Compito per Daniele Cavicchi e Bruno Bianchi, gli assistenti di Pillastrini. Recatevi in orologeria e comprate una sveglia per il comodino del francese, che nelle ultime occasioni è arrivato in campo con addosso un pigiama virtuale e un torpore reale. La prova di Bologna sembra figlia del mondo dei sogni, o meglio degli incubi. A parziale difesa di Michel, va detto che lo prendiamo un po’ capro espiatorio per una squadra che ha voluto, evidentemente, rimpinzarsi con le specialità locali prima di scendere in campo. Dall’avere un battuto di lardo all’essere battuti da Lardo nello spazio di un pomeriggio.

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Pubblicato il 15 Marzo 2010
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