“L’ospedale di Cuasso è inadeguato per i malati di Alzheimer”

L'associazione AIMA ,che rappresenta i malati e le loro famiglie in provincia, contestano la proposta del candidato alle regionali Zocchi

Recentemente un autorevole candidato alle elezioni regionali ha pubblicamente menzionato come stime epidemiologiche regionali testimonierebbero che in Lombardia vi siano circa 80.000 malati di Alzheimer.
 
Inoltre egli ha ricordato come la Lombardia sia stata la prima Regione a varare nel 1995 un piano specifico per far fronte alla malattia ma non ostante ciò vi sia "una carenza di strutture idonee al ricovero dei malati" e che "nel Varesotto tali strutture sono soltanto sette. La Regione Lombardia ha a disposizione un fondo annuo di 32 milioni di € con i quali nel 2009 ha finanziato 90 nuclei Alzheimer con 1.657 posti letto".
 
Su tali basi, l’esponente politico, si domanda " perchè non si sfrutti l’opportunità offerta dall’Ospedale di Cuasso al Monte, nosocomio in cui oggi si pratica solo una terapia riabilitativa neuro-muscolare, bronco-pneumologica e cardio-vascolare". Si conclude alla fine che "Occorre definire un utilizzo più razionale di una parte degli edifici già esistenti che, con i necessari adeguamenti, possono essere convertiti proprio a casa-residenza per i malati di Alzheimer visto che l’area ospedaliera risponde egregiamente a quei fondamentali requisiti ambientali e naturali che la normativa regionale richiede".
 
Il punto di vista delle famiglie degli ammalati non sembra sia stato richiesto e non siamo del tutto sicuri che alla base della proposta di cui sopra vi sia stata una attenta analisi delle  disponibilità logistiche dell’Ospedale di Cuasso al Monte nell’ottica di una "Casa Alzheimer" ed un approfondito esame delle necessità finanziarie per la sua realizzazione.
 
Siamo per contro quasi certi che le Associazioni che si occupano della malattia di Alzheimer, in grado di esporre realisticamente le necessità delle famiglie e degli ammalati, non siano state consultate. O quanto meno non è stato richiesto il parere della Associazione Varese Alzheimer – AIMA che da quindici anni rappresenta appunto i malati e le famiglie della Provincia di Varese.
 
Riteniamo, sulla base delle esperienze personali, che i malati di Alzheimer possano essere raggruppati in tre grandi categorie. I malati di forme iniziali, che si giovano della frequenza di centri cosiddetti "Leggeri" come i "Circoli della Memoria" e i "Caffè Alzheimer"; i malati in cui la malattia si è evoluta in senso peggiorativo, che ricevono grandi benefici dal soggiorno nei Centri Diurni Integrati ed infine i malati gravi, spesso con problemi motori e di comorbilità, che necessitano di ricovero nei cosiddetti Nuclei Alzheimer"..
 
Nel primo caso i malati iniziali devono essere identificati mediante adeguati tests applicati da personale qualificato ed avviati ai centri leggeri, dove altro personale qualificato possa mettere in atto tutte le strategie che rallentino l’evoluzione della malattia. Nei Centri Diurni Integrati la permanenza dei malati in fase più avanzata permette di mantenere, nei limiti del possibile, le facoltà cognitive residue, ancora una volta ritardandone l’evoluzione. I Nuclei Alzheimer rappresentano strutture di degenza per i malati gravi e comprendono anche posti-letto per le emergenze cliniche non strettamente correlate con la malattia.
 
L’avvio dei malati ai Centri Diurni Integrati ed ai Nuclei Alzheimer viene consigliato e predisposto dalle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) in cui si predispongono altresì i piani di cura.
 
Quanto sopra riassume molto sinteticamente la parte più evidente delle realtà della malattia ed evidenzia, tra l’altro, la necessità di trasportare i pazienti non allettati ai vari Centri di diagnosi (Ambulatori della Memoria, UVA, Ambulatori Neurologici, ecc.) e di Cura (Centri Leggeri, Caffè Alzheimer e Centri Diurni Integrati). Questi pazienti costituiscono attualmente la maggioranza dei malati e quindi le strutture assistenziali non devono possibilmente essere decentrate (come l’Ospedale di Cuasso al Monte) e comunque dovrebbero essere facilmente raggiungibili.
 
Da ultimo va notato che molto spesso i pazienti affetti da forme non avanzate o terminali della malattia si giovano della permanenza in famiglia, con periodi solo transitori da trascorrere in Centri adeguati facilmente raggiungibili.
 
Auspichiamo sicuramente la creazione di "Case Alzheimer", ricordando tuttavia che queste devono essere integrate nel tessuto sociale a tutti i livelli e nel contempo ci dichiariamo totalmente disponibili ad esaminare , ovviamente insieme alle Istituzioni, tutti gli aspetti riguardanti la malattia di Alzheimer ed in particolare quelli concernenti le cosiddette Case Alzheimer.
 
 
                    Alzheimer Varese – AIMA

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 23 Marzo 2010
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.