Le storie di Marco Paolini fanno il tutto esaurito
Sold out al Teatro Condominio per "La macchina del capo", lo spettacolo nato dalla raccolta degli album, "storie di alcuni italiani"
Tutto esaurito al Teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate per lo spettacolo “La macchina del capo” con Marco Paolini in programma nella stagione della Fondazione Culturale “1860 Gallarate Città” onlus giovedì 18 marzo alle 21.00, e inserito anche nella rete di Sipari Uniti.
Lo spettacolo, prodotto da Jolefilm e con musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi, porta a Gallarate uno dei più interessanti attori del teatro di narrazione italiano. “La
"macchina del capo” prende vita dagli “Album”, i racconti teatrali costruiti lungo un arco temporale che va dal 1964 al 1984, nei quali lo stesso gruppo di personaggi cresce passando da uno spettacolo all’altro, in una sorta di romanzo popolare di iniziazione. Non è un diario, non è un pezzo nostalgico e nemmeno una memoria d’altri tempi. È un lavoro sull’infanzia e sulla primissima adolescenza, tra la famiglia, la colonia e le avventure nel campetto di pallone. È un viaggio che parte dalla casa, micro-universo dal quale osservare il mondo, per avanzare alla scoperta del macro-mondo (del mare, dei compagni di giochi, del sesso visto con gli occhi di un bambino). È il ritratto di un’Italia di periferia, vista su scala ridotta, tra la Pedemontana e il mare. È un lavoro sul desiderio e sulla scoperta, vicino alle atmosfere di Monicelli. I ragazzi protagonisti del racconto sono quasi gli “Amici miei”, ma ragazzini. E le zingarate sono forse più innocenti, ma lo spettacolo si permette di giocarci con altrettanta ironia.
Scrive Paolini (nella foto di Marco Caselli Nirman): “Ho preso le storie più vecchie che ho raccontato. Le ho prese da Adriatico, Tiri in porta, Liberi Tutti, che sono i primi Album, quelli su cui ho imparato questo mestiere che viene dal teatro (ma non è quello dell’attore, così come lo intendiamo di solito), il mestiere di raccontare storie. Negli Album ho imparato a dosare i personaggi e a mescolarli con il filo della storia, a interpretare e narrare insieme. Ho ricombinato le storie vecchie con episodi nuovi che ho cominciato a scrivere nel 2008. Lorenzo Monguzzi (dei Mercanti di Liquore) mi accompagna in questo esercizio. Narro di infanzia non protetta da cordoni sanitari di adulti, di primo giorno di scuola, di campetti di periferia, di viaggi in treno e di vacanze avventurose. Narro di un bambino di dieci anni e della sua fretta di crescere, narro non per nostalgia, ma per divertimento e anche perché a volte sembra che da allora sian passati secoli. Questo è l’unico impegno che stavolta ho preso con il pubblico. Se c’è dell’altro nello spettacolo, non ce l’ho messo io”.
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