“Con Fini un buon rapporto”
Marco Reguzzoni il giorno dopo la sua elezione a capogruppo della lega nord racconta i primi impegni e il rapporto con il Presidente della Camera
"Il presidente Fini l’ho conosciuto bene quando abbiamo discusso la legge sul Made in Italy. C’è stata collaborazione e c’è un rapporto cordiale".
Marco Reguzzoni il giorno dopo la sua elezione a capogruppo della Lega nord a Montecitorio racconta come è andata. "Sono contento per le parole di grande stima di Umberto Bossi. Ho tanta voglia di lavorare e il nostro gruppo è straordinario e unito. Non abbiamo i problemi di conflittualità del Pdl".
Cosa significa svolgere il ruolo di capogruppo?
«Fare politica nel modo più attivo mentre si può coronare il sogno del federalismo. Tantissimi anni fa sono entrato nella Lega per questo e adesso siamo a un passo dalla sua realizzazione».
Cosa va fatto ancora?
«Il Governo deve presentare i decreti attuativi alle commissioni bicamerali e da lì si parte con le cose concrete».
Domani a Varese arriva Gianfranco Fini, cosa pensa di lui?
«È un bravo presidente della Camera. Sul piano politico non voglio entrare nella questioni interne al Pdl. Spero risolvano queste divergenze perché abbiamo un forte bisogno di stabilità per realizzare le riforme di cui ha bisogno il Paese. La Lega sta facendo la sua parte per garantire questo clima. Il rapporto personale con Fini è buono, cordiale e l’ho verificato in occasione della discussione della legge sul made in Italy»
Quali sono le sue priorità adesso?
«Il federalismo. Seguire passo passo tutti i passaggi perché si arrivi a compimento. Noi vogliamo garantire stabilità anche perché così il Governo si può dedicare con maggiore energia ad affrontare la pesante crisi economica che colpisce ancora il nostro Paese».
Come cambierà il suo rapporto con il territorio. Dovrà stare di più nella tanto "odiata" Roma?
«È ancora presto per rispondere a questa domanda perché non conosco ancora queli saranno i miei impegni. Certamente la mia agenda adesso scoppia già.»
Roberto Maroni e Roberto Cota sono i suoi predecessori. Non teme il confronto?
«Altroché. Non sarà per niente facile reggere il paragone, ma ci proverò.»
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