Giro “olandese”, successi anglosassoni: vince Farrar, Evans in rosa
L'americano conquista la prima tappa in linea del Giro spirintando su un gruppo in cui non c'era più Wiggins, attardato in una caduta. Il campione del mondo nuovo leader
In terra d’Olanda il Giro d’Italia continua a parlare inglese. È l’americano Tyler Farrar, della Garmin, a vincere la prima tappa in linea da Amsterdam a Utrecht. Niente da fare per il 36enne Alejet Petacchi, che ammetterà di aver sbagliato volata. Nuova maglia rosa una nostra vecchia conoscenza: Cadel Evans (foto), il campione del mondo di Mendrisio che fra Canton Ticino e Varese ha messo radici.
Una tappa tormentata dalle cadute quella di Utrecht: numerose, hanno alterato il regolare svolgimento della gara su un percorso pianeggiante, animato appena da due collinette che l’organizzazione è andata a cercare col lanternino per farne due gran premi della montagna e attribuire una parvenza di maglia verde. Il resto l’hanno fatto gli spartitraffico e le distrazioni di corridori non tutti propriamente maestri nel condurre in condizioni di gruppo compatto. Un gruppo che doveva anche difendersi dal vento di una giornata nuvolosa e fredda, in perfetto stile da classiche del Nord, e dall’istinto di "stare tutti davanti”.
La tappa era vissuta sulla fuga da lontano di quattro corridori, Voss , Facci, Flens (della Rabobank, squadra di casa: la visibilità dello sponsor è salva), Pirazzi che arrivavano a una manciata di minuti di vantaggio prima di essere man mano riassorbiti, a partire dallo sfortunato Facci colto da problemi di stomaco. La Rabobank avrebbe voluto prendersi la prima maglia verde ma è stato Voss ad agigudicarsela sulle salitelle di Kaapse Bossen e Amerongse.
Nonostante la giornata bigia, i tifosi olandesi se ne sono fatti un baffo accompagnando con simpatia la corsa, numerosi anche i cicloamatori che profittando della civilissima rete di piste ciclabili a lato delle vie principali, a tratti hanno seguito e sostenuto fuggitivi e plotone.
Fra strette stradine, curve, attraversamenti pedonali, a poche decine di chilometri dal traguardo è cominciata la sarabanda delle cadute. Inizialmente è stato coinvolto lo stesso Farrar, aiutato da generosi compagni a rientrare in gruppo: un motivo in più per dividere il premio.
A seguire, altre rovinose cadute di gruppo, talora a terra con bici incastrate l’una nell’altra e protagonisti attesi doloranti e in difficoltà nel ripartire (vedi il nostro campione nazionale, Filippo Pozzato, che ha picchiato a terra un ginocchio, o Cunego attardato da problemi meccanici).
Un lungo e arzigogolato giro intorno a Utrecht, fra molte curve, conduceva finalmente a strade più larghe ed aperte per il finale, ma proprio qui, a meno di dieci chilometri dalla fine, si produceva la caduta decisiva che coinvolgeva la maglia rosa Bradley Wiggins, vincitore del cronoprologo di Amsterdam. Si vedevano ciclisti rotolare a destra e a manca, fino nel prato a lato strada, e il gruppo fatalmente si spezzava in più tronconi proprio quando le andature rendevano quasi impossibile un rientro. Nel gruppo di testa restavno fra gli altri Nibali e Basso, Vinokurov, Garzelli, Petacchi, ma anche il redivivo Farrar. E proprio il non ancora 26enne americano dello Stato di Washington, rispondendo al tetativo di anticipo del neozelandese Gregory Henderson, trovava lo spunto vincente.
A 38 secondi arrivava il gruppetto dei ritardatari caduti con Wiggins, che perde così la maglia rosa a favore di Cadel Evans mentre tra chi ha perso terreno ci sono anche Sastre e Pozzovivo.
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