Ultimo appuntamento al Ridotto Pirandello con i grandi poeti
Si chiude giovedì 20 maggio, nel segno di Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale la rassegna promossa dall’associazione culturale “Educarte"
Si chiude nel segno della lirica ermetica la rassegna “Perché tu mi dici: poeta?”, promossa dall’associazione culturale “Educarte”, con il patrocinio e con il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto. Giovedì 20 maggio, a partire dalle 21.00, il teatro Sociale di Busto Arsizio ospita, negli spazi del ridotto “Luigi Pirandello”, un omaggio a quella corrente letteraria novecentesca, battezzata dal critico Francesco Flora e teorizzata da Carlo Bo nel saggio “Letteratura come vita”, che ha avuto come propria cifra stilistica la costante interrogazione sull’enigma dell’esistenza e l’interesse per l’essenzialità dello stile. Sul palco saliranno gli attori Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, sotto la regia e con la guida storica di Delia Cajelli; mentre i ballerini della “Star Dance” di Turbigo presenteranno un quadro coreografico di Elisa Vai.
La prima parte della serata, dal titolo «Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole/ ed è subito sera», analizzerà l’esperienza poetica di Salvatore Quasimodo (1901-1968), premio Nobel per la letteratura nel 1959. Il ricordo della natia Sicilia, reinterpretata come luogo edenico della felicità e del paradiso perduto, l’amore per la tradizione classica dei greci, la meditazione sulla condizione dell’uomo moderno, sospeso tra sofferenza e solitudine, e, in un secondo tempo, l’attenzione alle problematiche sociali degli oppressi e degli sconfitti dalla guerra e dal «piede straniero sopra il cuore» sono le linee di fondo della produzione lirica dallo scrittore siciliano. A questa seconda stagione quasimodiana, che si sviluppa dagli anni Quaranta in avanti e che ha caratteristiche di impegno sociale e civile, guarda la conferenza-spettacolo organizzata da “Educarte”, al centro della quale ci saranno le raccolte “Giorno dopo giorno” (1947) e “La vita non è sogno” (1949). «L’appuntamento –spiega Delia Cajelli- racconterà prevalentemente la stagione della Resistenza a Milano tra la popolazione civile, anche attraverso le parole di “Uomini e no” di Elio Vittorini. La lettera del passo “I morti di largo Augusto” sarà accompagnata da un intervento danzato».
La seconda parte della serata, dal titolo «…Com’è tutta la vita e il suo travaglio/in questo seguitare una muraglia/che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia», sarà, invece, dedicata ad Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975, ed affronterà il tema del «male di vivere» dell’uomo contemporaneo, della cosiddetta «cultura del negativo». Da “Ossi di seppia” (1925) e “Occasioni” (1939) fino a “La bufera e l’altro” (1956), “Satura” (1971) e “Quaderno di quattro anni” (1977), il poeta ligure dà, infatti, voce alla visione pessimistica e desolata di un mondo in crisi per il crollo degli ideali romantici e positivistici, dove tutto appare dominato dall’inquietudine, dal dolore, dalla sconfitta, da un sentimento di «totale disarmonia con la realtà». Ciò, tuttavia, non annulla l’ansia conoscitiva dello scrittore, che continua a cercare un «varco», un «anello che non tiene», come si legge nelle poesie “La casa dei doganieri” (1939) e “Limoni” (1921-’22), così da scoprire il senso ultimo della vita.
Centrale in questo pensiero è, inoltre, la «poetica dell’oggetto», in base alla quale le «piccole cose» quotidiane, ma anche gli elementi del roccioso e assolato paesaggio dell’amata Liguria diventano, attraverso una tecnica di rappresentazione conosciuta con il nome di «correlativo oggettivo», emblemi di un’emozione, di uno stato d’animo, di un ricordo. Tale linea lirica viene espressa con un linguaggio di grande incisività, scabro ed essenziale, che fa uso di parole comuni e gergali, tecnicismi e citazioni, come era d’uso nella poesia ermetica.
Il costo del biglietto è di euro 8,00 per l’intero ed euro 6,00 per il ridotto, riservato a giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, soci Tci (previa presentazione della tessera nominale), Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone.
Per informazioni è possibile contattare la segreteria del teatro Sociale di Busto Arsizio allo 0331.679000 o consultare il sito internet www.teatrosociale.it.
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