Como “provincia” della Svizzera? Le risposte dei cittadini
Un giro per la città, tra cittadini che sarebbero contenti di far parte del Canton Ticino che chi dice "Cosa cambia? Le persone sono le stesse"
La proposta del consigliere Dominique Beatting ha scatenato una valanga di commenti su VareseNews e numerosissimi voti al sondaggio, ma qual è il pensiero dei comaschi in merito? L’abbiamo chiesto direttamente a loro.
«Svizzera? Ma certo che accetterei! Subito! – non ha il minimo dubbio Marianna Trombin, che fermiamo in Lungo Lario Trento -. Si guardi attorno e mi dica se ha mai visto qualcosa di simile in Svizzera, in una cittadina di lago come potrebbe essere Lugano: qui il marciapidi fa schifo, il porfido o è stato rattoppato con del cemento orribile o manca proprio, lasciando buche tipo groviera. Altro che città turistica! E poi c’è questa palizzata orrenda dietro la quale continuano i lavori per quell’assurdità delle paratie. Erano state raccolte firme, fatte manifestazioni… niente, il Sindaco è andato avanti come se il nostro parere non contasse niente. E con quale risultato? Che le paratie erano state progettate coi piedi, ci sono costate una marea di soldi solo in progetti e consulenze, adesso vanno rifatte e, per di più, ai vari tecnici sono stati dati persino dei premi! Poi ci si riempie la bocca con "città turistica", organizzando una mostrina di pittura all’anno e intanto i vigili non sanno dare indicazioni stradali in inglese, figuriamoci in tedesco!, e i cartelli stradali che sono bilingue sono in italiano e in lumbard, mica in italiano e inglese! Mi vergogno di essere comasca, se questa è Como».
Di fronte al Tempio Voltiano incontriamo Lucia Porro, a passeggio col suo bassotto tedesco Klaus: «Ci crede se le dico che mi sento una cretina quando raccolgo gli escrementi del mio cane? Perchè tanto sono una mosca bianca! A rispettare le leggi, in Italia, ci si sente degli idioti. E non parlo solo di quelle, tutto sommato di poco conto, che riguardano la pulizia degli spazi pubblici come il divieto di gettare rifiuti in giro o l’obbligo di raccogliere gli escrementi del proprio cane: guardiamo le leggi importanti, come quelle sull’edilizia e l’urbanistica, ad esempio. Provi a vedere sulla collina di Cardina (in prossimità dei quartieri di Monte Olimpino e Tavernola, collina che da anni si chiede di inserire, senza successo, nel Parco della Spina Verde – n.d.r. ) quanti pollai e rimesse per gli attrezzi sono diventati, negli anni, prima casupole, poi casine, poi villette. Tanto nessuno controlla. E, se anche ci fosse un controllo, basterebbe aspettare il primo condono edilizio».
«Io certamente non sono leghista, non ho la "fissa" della Padania – mette le mani avanti Roberto Frigerio, che fermiamo poco distante dalle poste di via Gallio – ma qui bisogna capire una cosa fondamentale: che non possono essere solo gli abitanti di tre o quattro regioni a lavorare e tirare la carretta per tutti. In Italia ci sono diverse regioni a statuto speciale: bene, mi spieghi un po’ come mai, pur avendo tutte parecchi contributi dallo Stato centrale, in Trentino le cose funzionano alla perfezione e in Sicilia invece va tutto a rotoli. Sono a statuto speciale entrambe, no? E, anche lasciando stare queste regioni "speciali", come me lo spiega che falsi invalidi, ciechi che guidano i taxi, medici e dentisti senza laurea saltano sempre fuori soprattutto da Roma in giù? E’ una questione di mentalità. Qui è ora di piantarla con i due pesi e due misure». Ma diventerebbe volentieri cittadino svizzero? «Guardi, credo che la nazione siano persone accomunate da desideri, visione del futuro, aspettative e prospettive, quindi mi sento senza dubbio già adesso più svizzero che italiano».
Voce fuori dal coro, Luciano Basilico, che incontriamo in Piazza Vittoria: «Ma figurarsi, diventare svizzero perchè poi? Certo Como avrà anche dei lati negativi, ma non penso proprio che ci si viva così male: ci sono i servizi, vengono costruiti autosilo e parcheggi per migliorare la viabilità… ecco, non sarebbe male se qualche parcheggio fosse lasciato libero invece che a pagamento, ma non penso proprio che in Canton Ticino si stia così meglio rispetto a qui. Il costo della vita poi è tremendo: provi a comprare una bistecca a Chiasso e poi mi saprà dire". "Già dal fatto che parli di parcheggi fa capire che viaggia in macchina, quindi sfido io che le cose le stanno bene così – si introduce nel discorso Claudia Esposito – Provi a prendere gli autobus e poi mi saprà dire se vuol diventare svizzero o no! Fino a un paio di anni fa i bus della linea 11 passavano ogni quarto d’ora e facevano il tragitto Sagnino, Tavernola, Como e ritorno; poi i nostri cari politici hanno avuto la bella pensata di ottimizzare il servizio, col risultato che adesso lo stesso autobus passa ogni mezz’ora e, invece che a Como, arriva fino ad Albate, dalla parte opposta della città, accumulando ritardi e saltando corse. I residenti avevano scritto lettere ai giornali, firmato petizioni… tutto inutile. Il cittadino comasco deve solo lavorare, pagare le tasse e stare zitto. Che tanto, anche se parla, nessuno lo considera. Poi però si va alle elezioni e lo stesso che ci ha ignorato viene rieletto con larga maggioranza, quindi evidentemente è perchè ci sta bene così. Io in Svizzera ci andrei subito, ma mi sa che sarebbero gli svizzeri a non volere un branco di cialtroni come noi comaschi» conclude amaramente.
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