OGM: la Commissione europea si esprimerà entro l’estate

Dopo le polemiche scatenate dalla liberalizzazione della patata geneticamente modificata, l'autorità europea prepara una proposta che lasci margini di libertà ai singoli stati

Entro l’estate la Commissione europea presenterà una proposta sugli OGM, come le è stato richiesto dai Ministri dei 27 Paesi UE. L’idea dell’esecutivo comunitario sarebbe quella di mantenere un sistema di approvazioni a livello europeo, ma di lasciare i singoli Paesi liberi di decidere se autorizzare o meno queste coltivazioni sul proprio territorio. Il tema è molto controverso e tornato prepotentemente alla ribalta in seguito alla decisione di marzo della Commissione stessa di autorizzare sul territorio europeo la coltivazione della patata OGM Amflora a fini industriali, e di immettere sul mercato tre prodotti contenenti mais geneticamente modificato.

Secondo il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, "in un’area come quella degli OGM, dovrebbe essere possibile combinare un sistema comunitario di autorizzazioni, basato sulla scienza, con la libertà degli Stati membri di decidere se vogliono o meno coltivare prodotti geneticamente modificati sul loro territorio". I servizi della Commissione, su iniziativa del Commissario competente John Dalli, responsabile per il dossier salute e consumatori, hanno iniziato un’analisi delle diverse opzioni sul tavolo. In particolare, si sta valutando quali Paesi, sulla base della loro legislazione nazionale, possono introdurre la coltivazione di prodotti OGM. La proposta della Commissione terrà conto dei risultati della ricerca, anche per rispettare le diversità tra gli Stati. La certezza del diritto sarà l’elemento essenziale della proposta, insieme alle misure decise dai Paesi stessi in materia di OGM, di cui l’analisi terrà conto.

Oggi la situazione diverge molto tra i singoli Paesi UE: dei circa centomila ettari coltivati a mais OGM in Europa, più del 75% si trova in Spagna, e il resto in Portogallo e nei Paesi dell’Europa orientale di recente adesione (Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia). In ogni caso, la produzione UE resta assolutamente marginale se confrontata con quella mondiale, che copre una superficie totale di 134 milioni di ettari. In Italia, 16 regioni su 20 (tutte tranne Veneto, Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia), 41 province e 2446 comuni si sono dichiarate OGM-free. I Paesi contrari agli OGM, dunque, potrebbero vedere consolidata giuridicamente la loro posizione.
In ogni caso, un dossier ad alto contenuto di controversie potenziali provocherà un forte dibattito nel momento in cui la proposta sarà presentata: come dicono gli inglesi, il diavolo si nasconderà nei dettagli, e su quelli sarà battaglia. Ad esempio, l’eventuale definizione delle distanze minime tra i campi coltivati ad OGM e quelli tradizionali, la compatibilità delle coltivazioni con la tutela dell’ambiente, oltre a quella – ovvia – della salute, la relazione con le norme commerciali internazionali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2010
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