Cordì: “Siamo pronti per vere primarie”

Il coordinamento di Sinistra ecologia e libertà (Sel) vuole giocare d’anticipo sulle candidature per le prossime amministrative a Varese, che si terranno nel 2011. «Non basta un candidato simpatico, occorre un vero progetto alternativo»

rocco cordìRocco Cordì, del coordinamento di Sinistra ecologia e libertà (Sel), ritorna sulla questione primarie per le prossime amministrative del capoluogo che si terranno nel 2011. Meglio giocare d’anticipo sulle candidature o aspettare le mosse dell’avversario? Questo è il problema.

Cordì, avete il candidato sindaco per Varese?
«Siamo pronti a fare le primarie e se non vogliamo fare delle primarie finte, dobbiamo tener conto del giudizio sul ventennio leghista che abbiamo alle spalle. Quindi il problema è offrire una svolta alla città ecco perché occorre che nelle primarie si mettano al centro i progetti per Varese. Noi siamo consapevoli della sfida che ci aspetta e che la risalita, rispetto al centrodestra, è difficile. Però, non basta un candidato simpatico, occorre un vero progetto alternativo».
Come pensate di portare a casa un risultato elettorale che ribalti questa situazione?
«Ci sono due fatti nuovi: la crisi economica e l’astensionismo, visto che il 45 per cento dei cittadini non partecipa alle competizioni elettorali. Cresce l’astensionismo e per smuovere chi non va a votare bisogna dare un’alternativa vera e seria, senza scopiazzare la Lega sul suo terreno».
I rapporti all’interno del centrosinistra come sono?
«All’interno del centrosinistra c’è una buona coalizione e ci sono buoni rapporti. I contatti al nostro interno per la ricerca del candidato non mancano, anche se il  Partito democratico è prioritariamente preoccupato del suo congresso e questo rischia di fare slittare tutto fino a novembre. Insomma, temiamo che il dibattito all’interno del Pd rallenti questa ricerca e quindi abbiamo il diritto e il dovere di richiamare il partito di riferimento della coalizione. Riconosciamo il peso del Pd perché è un dato realistico e va rispettato. Siamo consapevoli del nostro peso e  non ci sentiamo minoritari, abbiamo delle idee e vogliamo metterle in campo per la coalizione».
Non siete è un po’ troppo frettolosi?
«Varese è un simbolo, in quanto è la città dove è nata e prosperata la Lega Nord. Qui stiamo registrando il fallimento di vent’anni di governo del Carroccio perché i problemi veri della città non sono stati risolti. In tutti questi anni la città reale del lavoro, dei pensionati, dei giovani che aspettano casa, servizi e bisogni primari non ha avuto risposte innovative. C’è un fatto simbolico. Ecco perché occorre presentare per tempo un progetto alternativo».
A chi è rivolto l’appello di Sel?
«Io vorrei rivolgermi a tutti coloro, movimenti, singoli cittadini, associazioni, che ritengono che si sia esaurita una stagione per Varese. Capisco chi ha creduto in buona fede nella stagione della Lega, ma adesso quella stagione è finita, perché non ha prodotto nulla a partire dai cambiamenti che aveva annunciato. In questo consiste la nostra trasversalità. C’è un pezzo di città che deve rimettersi in gioco, che deve passare dalla delega alla partecipazione. Per spendersi occorre che le persone possano giocare  un ruolo in piena autonomia con l’unica discriminante del  programma. Sarebbe grave se si cadesse nell’errore dell’autoreferenzialità. I partiti hanno una funzione essenziale ma devono aprirsi, nel senso delle idee, nella testa. Insomma, il centrosinistra non è un confine delimitato ecco perché stiamo ragionando su una lista apertissima a tutti quei soggetti che non hanno la tessera di partito per dare rappresentanza nel modo più innovativo».

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Pubblicato il 12 Luglio 2010
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