“Expo senza soldi, meglio finanziare le strade”
Il leghista Leonardo Carioni, membro del cda, ritiene che la manifestazione del 2015 non vada sopravvalutata. La crisi ha ridimensionato la reale portata dell'evento. E sui terreni la Moratti è in difficoltà
Lento, Troppo lento. Macchinoso. E senza garanzie che lo Stato ci metta davvero soldi. La luce dell’expo 2015 si è già affievolita: dopo l’entusiasmo, i proclami, i progetti. Oggi si parla di cariche societarie, terreni, intrighi di palazzo e soldi che non arrivano. «I giornalisti registrano come un termometro il clima che gira intorno – ammette Leonardo Carioni .- non è colpa dei giornali, credo, se si parla solo di queste cose». Carioni è una pedina strategica nell’universo leghista. Presidente della società milanese «Sistema Sviluppo Fiere», presidente della provincia di Como, sindaco di Turate, consigliere di amministrazione nella Soge (la società dell’Expo) ma anche della società della
Pedemontana e metteteci anche che è il responsabile nazionale degli enti locali leghisti. Gioca il ruolo dello scettico del gruppo. Esprime il pensiero di Bossi a cui è legatissimo, e che a ogni comizio lo invita a salire sul palco per cantare una canzone: rito che Carioni ripete, divertito, a ogni piè sospinto.
Ma sull’Expo non canta nessuno, anzi, Bossi gli ha proprio detto di non fidarsi: «Non firmate niente che poi la corte dei conti vi chiede i soldi» è la dichiarazione riportata due giorni fa da Repubblica. Carioni conferma: « Bossi dice non firmare niente perché non siamo mica sicuri che poi Tremonti ci dia i soldi. Il giorno che noi non riusciamo più a pagare, metti che non entrano i biglietti che non devono entrare, che facciamo?».
Ma i dubbi di Carioni sono in realtà la posizione della Lega Nord, che punta a ridimensionare l’Expo, lontano dal sentire della base padana. Sentiamo l’analisi di Carioni: «Il paese è cambiato, non è più quello di tre anni, quando ci fu assegnata la manifestazione. Io mi sento in crisi come amministratore quando si parla di Expo. A Como dovremmo finanziare la galleria di Pusiano, che costa 36 milioni di euro. Siamo già pronti per la gara, ma adesso ci viene detto che non ci sono più i soldi, ecco questo è il tema vero. Abbiamo le imprese del territorio che lavorano per la provincia che non percepiscono i soldi dello stato di avanzamento lavori perché se le paghiamo sforiamo il patto di stabilità, nonostante i soldi in cassa ci siano. Ecco, a fronte di quello che sta accadendo io non riesco più a vedere l’Expo come un evento decisivo, come sembrava tre anni fa».
C’è poi il problema di chi comanda. Tre amministratori delegati in tre anni e il dilemma della aree: acquistarle o prenderle in comodato d’uso. Chi ci guadagna? Carioni aveva detto in passato che era meglio accettare l’idea di Formigoni: comprare le aree attraverso la Regione. Comune e Provincia non sono d’accordo e stanno trattando la formula del comodato d’uso. Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha però lanciato ieri un ultimatum ai privati: chiedendo ai proprietari di modificare la loro proposta, ritenuta poco vantaggiosa per l’ente pubblico. Sono in ballo interessi enormi.
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