“Guai a chi ci tocca Bossi”
Prosegue la querelle interna alla Lega e la scomunica di Terra insubre. Una lettera di Carlo Crosti prende posizione e su questa si esprimono diversi esponenti del Carroccio
"Il Consiglio federale delibera l’incompatibilità di tesseramento alla Lega Nord di quanti aderiscono a Terra Insubre invitandoli a comunicare alla segreteria di tale sodalizio la loro intenzione di dimettersi e comunque di aver intenzione di non rinnovare la propria tessera per il prossimo anno".
Le parole del Capo non si disattendono. E così dopo la pesante uscita di Bossi a Pontida arriva il primo provvedimento ufficiale. È il 2 luglio, quando il segretario federale chiede al consiglio federale di prendere posizione. Il risultato è chiaro: o con la Lega o con Terra Insubre. Non sarà più possibile avere una doppia tessera.
Lunedì scorso la sezione di Varese ha preso atto e ha affisso in bacheca la delibera.
Oggi sulla vicenda interviene Carlo Crosti, ex sindaco di Induno Olona e uno dei primi della Lega varesina. "Se il nostro Segretario Federale ha preso una posizione tanto dura e determinata avrà avuto i suoi buoni motivi: quello che più mi infastidisce è che si è voluto ad arte spostare l’attenzione dal problema evidenziato da Bossi, minimizzandolo, a quello di una presunta lotta intestina tra colonnelli (che probabilmente ci sarà anche) ma che non aveva assolutamente nulla a che fare con le dichiarazioni del Segretario".
Crosti conclude la sua lettera con parole chiare a difesa di Umberto Bossi e delle sue scelte. "Oggi io chiedo a tutti i militanti di dare un segnale: Bossi è il nostro Segretario e guai a chi ce lo tocca!"
A queste parole si associano in diversi, lo aveva fatto Marco Reguzzoni, il consigliere regionale Giangiacomo Longoni e oggi lo fa anche il segretario provinciale Stefano Candiani.
Certo che risuonano ancora forte quelle parole di Bossi pronunciate all’improvviso a Pontida. "Ci sono ancora quegli squallidi personaggi lì, fanno un giornale, hanno un’associazione culturale. In realtà cercano continuamente di entrare nella Lega e di infangare la Lega. Ma come prima dici che ho tradito e poi chiedi posti nella Lega?". Il senatur ha portato questo attacco indispettito di alcune posizioni che fuori dall’ufficialità del discorso ha definito pericolose e razziste.
Quanti avevano cercato di mascherare quanto detto da Bossi hanno dovuto aspettare solo qualche giorno e ora ogni dubbio è fugato. La preoccupazione del Senatur avrebbe due diverse ragioni. La prima è di natura strategica perché c’è il timore che la battaglia per il federalismo venga indebolita da posizioni autonomiste di carattere etnico. Il riferimento a Terra Insubre diventa quindi preciso perché questa associazione da interessi dichiarati meramente culturali ha iniziato a sviluppare opzioni politiche ben definite su base etnica e territoriale con il rischio di far saltare l’idea stessa della Padania. Un’idea complessa per quanti vivono da lontano le tesi leghiste, ma questo è un punto determinante per la strategia del Carroccio.
L’altro punto che ha scatenato l’ira di Bossi è quello proprio dell’organizzazione di Terra Insubre. Troppi soldi, troppo potere, troppi posti occupati. Non lo cita direttamente, ma il riferimento è ad Andrea Mascetti e a tutte le polemiche che si sono scatenate anche sul territorio ticinese dopo che più volte si era parlato della possibilità che diventasse lui segretario generale della Regio Insubrica. L’associazione fondata da Mascetti sarebbe responsabile di aver costruito un’organizzazione capillare che negli anni scorsi aveva permesso anche l’elezione di diversi vertici come la segreteria cittadina con Fabio Binelli e quella provinciale con Fabio Rizzi. Tutto questo era noto e non è certo una novità, ma sono stati proprio gli ultimi fatti legati alla Svizzera a preoccupare il Senatur. Una partita che non è affatto chiusa e che sta scatenando diverse polemiche riprese anche da stampa nazionale. da qui i riferimenti della lettera di Carlo Crosti sulla "guerra dei colonnelli".
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