Canepari: “Federmeccanica sottovaluta la Fiom”
La disdetta del contratto del 2008 da parte dei rappresentanti dell'industria metalmeccanica apre una nuova stagione di conflitti. Le segreterie provinciali di Fim e Uilm insistono sull'azione unitaria del sindacato e si appellano al buon senso
Federmeccanica ha annunciato di recedere dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008 e valido fino al 2012. Una decisione che allinea gli imprenditori metalmeccanici di Confindustria alla Fiat di Marchionne e destinata ad inasprire i rapporti con la Fiom.
Oggi, mercoledì 8 settembre, le tute blu della Cgil si riuniranno a Roma. Difficile dire se alla riunione seguirà un armistizio. Di certo, il recesso di Federmeccanica apre una nuova stagione di conflitto con la Fiom, in quanto punta a disarmarne i ricorsi e a dare effettività sostanziale all’accordo separato firmato nel 2009 da Fim-Cisl e Uilm.
Maurizio Canepari, segretario provinciale della Fiom, sarà nella capitale per partecipare alla riunione del direttivo nazionale. «È stato un atto di ingerenza che mira a rompere ulteriormente il sindacato – commenta il sindacalista della Cgil –. Per noi il contratto nazionale del 2008 è ancora valido e i nostri accordi anche territoriali si basano su quel contratto. La parte normativa scade nel 2011 ed è ultrattiva, cioè produrrà effetti fino a quando non ne viene approvato uno nuovo».
Un contratto nuovo c’è già ed è quello del 2009, frutto dell’accordo separato tra Fim, Uilm e Federmeccanica, e non sottoscritto dalla Fiom. «Quel contratto per noi è valido solo per la parte salariale, nel senso che lo consideriamo un acconto – continua Canepari -. Federmeccanica sottovaluta la Fiom, noi non siamo un sindacatino da tre iscritti. Venderemo cara la pelle perché si aprirà un contenzioso legale e sindacale fortissimo che avrà delle ripercussioni anche su Varese».
«Dove c’è il buon senso, si ottiene tutto». Mario Ballante, segretario della Fim-Cisl, commentando l’annuncio della disdetta di Federmeccanica, parte dal territorio. Il buon senso a cui si appella non è quello di Sergio Marchionne, nè tantomeno quello di Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom- Cgil, ma quello della Fiom provinciale. «In provincia – spiega il segretario della Fim – sulle questioni fondamentali abbiamo sempre fatto accordi unitari come, ad esempio, per l’orario di lavoro in Whirlpool. Questa disdetta è una misura che indebolisce i ricorsi della Fiom basati sul quel contratto, ma dal punto di vista pratico cambierà ben poco perché il contratto siglato nel 2009 è migliorativo e si applicherà a tutti i lavoratori, compresi gli iscritti alla Fiom».
«Abbiamo fatto accordi unitari nelle grandi aziende della provincia su orari, premi di produzione e molti altri aspetti – aggiunge Antonio Scozzafava, segretario provinciale della Uilm – le divisioni esistono più su un piano ideologico che pratico. Speriamo che la Fiom rientri nella contrattazione territoriale della piccola e media industria, perché siamo una delle poche province che hanno dato la disponibilità a sperimentare questa contrattazione».
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