Il terziario guida l’uscita dalla crisi
Secondo i dati di Smail, il sistema di monitoraggio delle imprese e del lavoro della Camera di Commercio, il terziario cresce per numero di imprese e di addetti. Bene anche il settore costruzioni
«Il nostro settore ha chiuso la fase di calo e non stiamo registrando più la chiusura di aziende». Quello di Giampiero Ghiringhelli, direttore di Ance Varese (Associazione nazionale costruttori edìli), è ben più che un auspicio. L’affermazione arriva alla vigilia dell’apertura della manifestazione “La casa in piazza” un’iniziativa della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria per il rilancio del mercato immobiliare nella provincia di Varese. I dati forniti da Smail, il sistema di monitoraggio delle imprese e del lavoro della Camera di Commercio, registrano al novembre 2009 un totale di 11.574 imprese attive nel settore costruzioni (+4,8%), contro le 11.041 attive all’inizio della crisi economica. Una crescita significativa a cui però non corrisponde una crescita occupazionale perché al dicembre del 2007 gli addetti del settore erano 27.559 scesi nel giro di due anni a quota 26.664 (- 3,3%). A fare le spese di questa flessione sono stati soprattutto i lavoratori stranieri che nel settore sono la stragrande maggioranza. Lo stesso fenomeno, anche se in modo meno accentuato, si ripresenta nel commercio dove aumentano le imprese (+ 1,3%) e diminuiscono gli addetti (-0,9%).
(nella foto: Giampiero Ghiringhelli mentre interviene alla conferenza stampa di “La casa in piazza”).
La ripresa economica, dunque, non necessariamente porterà a una crescita occupazionale, almeno nel breve periodo. Questa tendenza era già emersa durante la “Giornata dell’economia”. I vertici di Camera di Commercio sottolinearono come all’inizio del 2010 si assisteva a un timido fenomeno di ripresa dell’economia nel territorio, ma senza un corrispondente aumento dell’occupazione. Il dato complessivo degli occupati in provincia di Varese è sceso infatti da 279.154 (2007) a 271.897 (2009) anche se il numero delle imprese è cresciuto passando da 60.360 (2007) a 61.617 (2009). «Questa situazione va letta in una luce nuova – disse allora Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio – perché anche l’occupazione non sarà più la stessa. Diminuiscono le assunzioni a termine e viene richiesta un forza lavoro molto più qualificata». Aspetto, quest’ultimo, che ci mette in linea con il resto del Bel Paese ed evidenziato anche dall’ultimo rapporto sulla crisi di Bankitalia: «La ripresa dell’attività economica non è stata sufficiente a invertire la dinamica dell’occupazione, che nel primo trimestre ha tuttavia smesso di ridursi e nel secondo non sarebbe significativamente migliorata».
Calano del 2,7 per cento anche le imprese attive nell’industria con una diminuzione del 7% degli addetti. Secondo i dati di Smail, a farne le spese sono stati i lavoratori del tessile-abbigliamento che sono passati da 20.074 del 2007 a 17.131 del 2009 (-14,6%), seguiti da quelli della meccanica, che da 51.078 sono scesi a 48.860 (-4,3%), gomma-plastica da 10.135 a 9.540 (-5,8 %) e chimico farmaceutico che nel biennio 2007-2009 perde il 5,4% degli addetti, passando da 7.908 a 7.479. L’unico settore che fa registrare un + 4,7 % è quello della fabbricazione di "altri mezzi di trasporto”, grazie al dinamismo del distretto aerospaziale lombardo che proprio in provincia di Varese ha il suo nucleo più rappresentativo con Alenia Aermacchi e AgustaWestland.
Il settore in piena controtendenza è il terziario che vede una crescita e delle imprese + 3,9% (20.814 nel 2009 contro le 20.031 del 2007) e degli addetti, che fanno registrare un + 1,8% (87.771 nel 2009 contro gli 86.212 del 2007). «Questo dato è interessante perché indica una prima via di uscita alla crisi – conclude Rinaldo Corti, presidente del Terziario avanzato di Univa -. Il terziario, infatti, dà valore aggiunto al lavoro che fa il manifatturiero, lo qualifica. Il fatto che siano aumentate le imprese puo’ derivare da due fenomeni: da una parte la polverizzazione delle imprese, dall’altra l’aumento di nuove opportunità legate alle energie alternative, settore in cui tante realtà si stanno giocando il loro futuro».
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