Accordo Ue sugli aiuti a Dublino
L’Irlanda potrebbe accedere ad un pacchetto di aiuti tra gli 80 e i 90 miliardi di euro in tre anni. L'aiuto sarà finanziato per la prima volta con il fondo salva-Stati varato dai leader della Ue nel maggio scorso
L’Irlanda potrebbe accedere ad un pacchetto di aiuti tra gli 80 e i 90 miliardi di euro in tre anni. Dopo le molte renitenze di Dublino ad accettare la mano tesa, e piuttosto forzata, della comunità europea, i ministri europei delle finanze hanno elaborato una traccia d’accordo per un pacchetto di sostegno all’economia irlandese, che prevede il ricorso a un meccanismo di prestiti garantiti.
L’aiuto all’Irlanda sarà finanziato per la prima volta con il fondo salva-Stati varato dai leader della Ue nel maggio scorso, per creare una rete di sicurezza per i Paesi euro in difficoltà. Lo European financial stabilty facility (Efsf) è già operativo, con sede a Lussemburgo e una dote di 440 miliardi di euro. Ha carattere temporaneo e scade nel 2013. Ma la Ue già studia un meccanismo anticrisi permanente.
Del resto l’esposizione degli istituti di credito europei nei confronti dell’Irlanda non potevano lasciare l’UE indifferente all’affondamento economico finanziario dell’isola. Le ripercussioni sarebbero state di proporzioni troppo grosse per i soggetti esposti direttamente, nonché per la tenuta dell’Unione Europea stessa.
Dall’altro lato la stessa Repubblica d’Irlanda si è dimostrata nei giorni scorsi estremamente risoluta nell’evitare il sostegno dell’Europa. A Dublino sanno bene che a questo consegue, per forza di cose, la perdita di una porzione della propria sovranità in politica economica, con tappe di rientro dal deficit forzate (dal 32% al 3%) e gli occhi sempre puntati sulla tenuta dei conti pubblici.
La stessa politica finanziaria dovrà tenere molto più in conto del parere dell’Europa. In primis il regime di convenienza fiscale che in questi anni ha attirato enormi quantità di capitali e società facendo dell’Irlanda una sorta di paradiso fiscale.
Sull’attrazione di questi capitali a Dublino hanno fatto il perno della politica economica, a fronte di un export estremamente contenuto.
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