Falcone, dai giovani finiani “basta con le polemiche”
Il gruppo di Generazione Giovani, movimento giovanile di Futuro e Libertà per l’Italia, chiede di placare le polemiche riguardo alla visita del Ministro
Il gruppo di Generazione Giovani, movimento giovanile di Futuro e Libertà per l’Italia, chiede di placare le polemiche riguardo alla visita del Ministro Mariastella Gelmini. «L’episodio sposta l’attenzione da quelli che sono i reali problemi degli studenti» spiegano i militanti che si sono riuniti per discutere delle ultime notizie che movimentano il mondo della scuola. «A nostro avviso – spiegano – la polemica sulla visita del Ministro è stata impropriamente utilizzata come casus belli per esternare un disappunto che ormai da molto tempo è insito nella maggioranza degli studenti di tutte le scuole, non solo dell’IPC di Gallarate».
«Il nuovo istituto Falcone è sicuramente un punto d’eccellenza per la città e per il territorio circostante; è stato frutto di ingenti investimenti da parte delle amministrazioni provinciali e comunali di centro-destra, dei quali è doveroso richiedere con forza una gestione oculata da parte degli organi competenti» dichiara Davide De Alberti, presidente del circolo gallaratese di Generazione Giovani.
La ormai famosa “riforma Gelmini” è spesso solo «pretesto per manifestazioni, occupazioni e scioperi. Tuttavia il vero problema è che nessuno, fino ad oggi, ha avuto il coraggio di dare alla scuola una rotta diversa, il cui punto di partenza, non può che essere l’iniziativa politica».
Massimliano Politi, dirigente provinciale fa una riflessione complessiva sulla riforma «non possiamo giudicare oggi gli effetti, positivi o negativi, di tale iniziativa ministeriale, solo il tempo potrà farci valutare; sicuramente i tagli di spesa indiscriminati imposti dal ministero dell’economia al settore fanno sì che anche la riforma Gelmini si riduca ad essere un’operazione di legittimo, ma non sufficiente, reperimento di risorse finanziarie, più che una vera e organica riforma dettata dalla volontà politica di imprimere al compartimento scuola quella nuova rotta che ricercatori e studenti per primi reclamano».
Resta tuttavia un punto saldo, secondo il movimento che si ispira al leader Gianfranco Fini, «chiedere agli studenti più facinorosi di smetterla con episodi di violenza o atti inutilmente provocatori, poiché è un modo di porsi sicuramente poco costruttivo e che non facilita il dialogo su quelli che sono gli scopi della scuola oggi».
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