“La Regio Insubrica non è un carrozzone”
Dai malumori scatenati dallo scudo fiscale alla questione del segretario generale. Il presidente della provincia Galli racconta cosa sta accadendo all'organizzazione
«Sulla Regio Insubrica è stato fatto tanto rumore per nulla». Per Dario Galli, presidente della provincia di Varese e presidente in carica dell’organizzazione transfrontaliera, il futuro della Regio è ancora tutto da costruire. Questa mattina, a Villa Recalcati, ha convocato una conferenza stampa per fare il punto su alcune questioni "calde" apparse sulla stampa dopo che i rapporti all’interno dell’organizzazione hanno cominciato a incrinarsi. L’origine dei malumori svizzeri, lo ha ricordato anche il politico del Carroccio, è stata l’entrata in vigore delle norme sullo scudo fiscale italiano. «L’attività della Regio è rimasta praticamente bloccata per un anno intero – ha detto Galli – . Non potevamo fare niente perché da parte degli svizzeri c’era la determinazione, anche comprensibile, a irrigidire i rapporti con l’Italia, proprio in risposta al provvedimento del Governo che li ostacolava. Nonostante ciò però le relazioni personali tra i rappresentanti dei territori all’interno dell’associazione sono rimaste buone e ora stiamo cercando di superare insieme le incomprensioni».
Tanto rumore per nulla, ha detto Galli, perché la Regio «non è un ministero seppur sia
un’organizzazione importante. Si tratta di un’associazione volontaria snella e non un carrozzone statale. Al suo interno lavorano due impiegate a tempo parziale e un segretario. A costi irrisori permette di avere un tavolo di confronto su alcuni temi che interessano il Ticino e le province italiane di confine: dalla cultura alle infrastrutture, dallo sport al turismo».
Galli ha voluto chiarire anche la sua posizione in merito al segretario generale, incarico attualmente ricoperto da Roberto Forte (nella foto a destra): «È stato detto anche che la Regio non funziona più perché la Lega vuole nominare un nuovo segretario possibilmente esponente del partito – ha spiegato Galli -. Questo non è vero e non esistono dichiarazioni o documenti che lo provano. Nello statuto si dice che il segretario è nominato dalla presidenze di turno e ratificato dall’ufficio presidenziale. Nella prassi è avvenuto che due segretari siano rimasti in carica per molto tempo. Abbiamo perciò ritenuto normale proporre un avvicendamento da parte della presidenze varesina che ne aveva diritto. Ma non è stata mai fatta nessuna proposta in merito a questo. Anzi, a fronte della sproporzione tra la parte italiana che conta tante province e quella svizzera rappresentata solo dal Ticino, abbiamo avanzato l’ipotesi di scrivere nello statuto che il nome del segretario dovrà essere di gradimento svizzero o di nazionalità svizzera. Questa proposta risale a un anno fa». Infine un riferimento ai soggetti che di recente hanno affermato di voler abbandonare la Regio, l’Università della Svizzera Italiana e la Ferrovia del Monte Generoso: «Le quote associative che abbiamo accumulato e il fatto che siamo rimasti fermi per un anno ci danno la possibilità di non versare altro capitale per i prossimi mesi. Per questo dico a questi soci di aspettare e vedere gli sviluppi futuri dell’attività dell’associazione anche se devo ricordare che non è questo lo spirito che ci serve. Nella Regio bisogna innanzi tutto credere, non abbiamo bisogno di chi aspetta ma di chi agisce e propone».
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