Operazione “Bambola”, in manette gli sfruttatori
Facevano arrivare trans brasiliani clandestini facendosi pagare dai 1000 ai 2000 euro e poi li sfruttavano in appartamenti dove si praticava la prostituzione. Un'operazione della Polizia ha sgominato il traffico
Tre arresti per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento all’ingresso e alla permanenza di clandestini extracomunitari in Italia. Il commissariato di Gallarate ha portato a termine l’operazione “Bambola”su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio Alessandro Chionna e su richiesta del Pubblico Ministero Roberto Pirro che ha coordinato le indagini.In manette sono finiti G.L.T e L.D.T. ,padre e figlio di anni 55 e 28 cittadini italo-brasiliani, e F.F. di anni 57 cittadino italiano. Tutti e tre gli arrestati sono pregiudicati. L’operazione ha portato anche al sequestro di tre appartamenti situati in Gallarate in Via Baracca e in Via Aleardi.
Le indagini svolte dagli agenti gallaratesi sono iniziate nel mese di settembre a seguito di una segnalazione che indicava un sospetto andirivieni di uomini in un appartamento sito nella Via Aleardi. Gli operatori hanno potuto così accertare la presenza di un transessuale e di una donna di cittadinanza brasiliana che svolgevano all’interno dell’appartamento l’attività di prostituzione, le loro performance venivano pubblicizzata su quotidiani locali e con annunci su siti dedicati in internet.
Gli operatori del Commissariato, nel proseguo delle indagini shanno scoperto che i due stranieri clandestini versavano una parte dei guadagni e la somma di 400 euro a settimana per l’affitto dell’appartamento ai tre pregiudicati, i quali risultavano in possesso di altri appartamenti in Gallarate, in Milano, in Seriate (BG) e in Bergamo, all’interno dei quali sfruttavano altri clandestini: una decina circa tra transessuali, travestiti e prostitute brasiliane e sudamericane fatti giungere da Turchia, Croazia e Slovenia.
Gli operatori a seguito di sviluppo delle indagini hanno scoperto anche che i due padre e figlio italo-brasiliani, con l’aiuto di parenti ed amicizie in Brasile e previo anticipato pagamento di somme oscillanti tra i 1.000 e i 2.000 euro, organizzavano l’ingresso in Italia dei clandestini transessuali (indicati per telefono come bambole, appunto) trasportandoli con autovetture in territorio sloveno e facevano superare il confine tra la Croazia e la Slovenia per poi accompagnarli negli appartamenti di Gallarate o negli altri appartamenti individuati.
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