Lavoratori sfiduciati: la RSU del Circolo chiede maggiori garanzie
In vista delle nuove nomine dirigenziale, il Sindacato di base lamenta un peggioramento delle condizioni lavorative e denuncia la "storicizzazione" dei problemi
La RSU dell’Azienda Ospedaliera di Circolo di Varese a conclusione del mandato di questa Direzione Generale, ritiene doveroso fare il punto della situazione in termini di risultati raggiunti e non, da questa gestione aziendale.
Fare un bilancio di questo triennio non è certamente facile visti i cambiamenti normativi e legislativi avvenuti, e che hanno modificato sostanzialmente alcuni aspetti contrattuali di rilievo (vedi Legge
Brunetta). Ciò ha impegnato questa RSU a confronti, a volte serrati, con la uscente Amministrazione, nel rispetto reciproco delle parti, per cercare, se pur in un contesto economico globale difficile, di arrivare a degli accordi sindacali tali da tutelare i lavoratori di questa Azienda salvaguardando sempre e comunque il diritto alla salute dell’utenza.
E’ evidente che non sempre in questi confronti, i risultati ottenuti hanno pienamente soddisfatto questa RSU. Alcuni dei problemi noti e “storicizzati” – Pronto Soccorso, criticità delle Sale Operatorie, carenza di personale Infermieristico, Tecnico sanitario e personale non sanitario – dove pur si è condiviso un percorso, hanno trovato, a volte, solo risposte parziali. Dobbiamo inoltre evidenziare che in questi anni è cresciuto, nella stragrande maggioranza dei dipendenti di questa Azienda, un senso di sfiducia e di rassegnazione. A fronte di un aumentato impegno lavorativo (più ore straordinarie, più salti riposi, problemi di gestione ferie ect.), finalizzato a una maggiore produttività ed efficienza della nostra sanità pubblica, non c’é stata una risposta adeguata in termini occupazionali e salariali. Tali problematiche, che oggi sono sempre più evidenti, rispetto al passato, passano attraverso anche dal quel mancato “benessere organizzativo” che fa sì che in un’Azienda attenta: attività lavorativa ed esigenze familiari e relazionali in genere, trovano la giusta risposta di compromesso per i tanti lavoratori e lavoratrici di questo ospedale. Di fatto solo migliorando la qualità di vita di ogni singolo dipendente, ed intercettando le aspettative dei singoli, che si può sperare di avere effetti positivi sull’intera organizzazione Aziendale in termini di efficienza e di eccellenza delle prestazioni erogate.
Forti sono ormai le disparità di trattamento economico tra le diverse Aziende Ospedaliere, ASL della nostra Provincia e questa nostra realtà, a parità di profilo e competenza professionale. Tale disomogeneità è figlia, purtroppo, di un Contratto Nazionale che nel principio ispiratore doveva a livello di contrattazione decentrata delle singole Aziende e nell’ambito dei propri fondi contrattuali a disposizione, favorire una adeguata crescita di carriera e quindi economica di ciascun operatore, che per ragioni diverse non ha trovato la sua giusta applicazione. A questo si aggiunge anche che la nostra Azienda, in tutti questi anni, è stata investita, a seguito di un profondo riassetto organizzativo del Sistema Sanitario Lombardo, da profondi cambiamenti sia in termini di prestazioni erogate che di acquisizione di personale afferito da realtà diverse da quella Ospedaliera, vedi ad esempio l’ASL, a cui non è seguito, come era doveroso fare, l’aumento dei fondi contrattuali attraverso un trasferimento di una quota parte delle risorse economiche che avrebbero certamente permesso un maggiore possibilità di crescita economica e di carriera del personale di questa Azienda.
La RSU, rappresentanza dei lavoratori di questa Azienda, chiede ed auspica, che tra le priorità dalla prossima Direzione Aziendale (riconferma o meno) ci sia un forte impegno in tal senso, soprattutto a livello dei competenti organi Regionale, affinché tali punti trovino adeguate risposte, oltre chiaramente ai problemi evidenziati e, ribadiamo, purtroppo “storicizzati”.
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