Se l’ente locale non paga, ci pensa lo “sbloccacrediti”

Siglato un protocollo alle Ville Ponti , sotto la regia della camera di Commercio, per sbloccare i crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Hanno aderito 8 banche, tre sindacati, 12 associazioni di categoria e 5 promotori istituzionali

Quello firmato giovedì 23 dicembre alle Ville Ponti, sotto la regia della Camera di Commercio di Varese, è un protocollo che farà passare un Natale più tranquillo a tutti quegli imprenditori che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione e egli enti locali. Grazie a questo protocollo, infatti, quei crediti potranno essere ceduti alle banche che lo hanno sottoscritto a condizioni trasparenti e vantaggiose per le aziende. Il tutto sulla base di una certificazione, rilasciata dagli stessi enti locali, che garantisce la liquidità e l’esigibilità del credito. «Noi siamo vicini agli enti locali e quello di oggi è un passo effettivo – ha detto il prefetto Simonetta Vaccari – . Ringrazio le banche perché qui si stanno comportando molto bene, come prevede l’articolo 47 della costituzione. Tutto ciò fa onore a questo territorio e al suo valore morale».
Il protocollo era un provvedimento necessario, considerato che il 58% delle imprese italiane subisce i ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione e che il credito medio scaduto nei confronti della pa è pari a 28 mila euro per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro. Quasi come una finanziaria. «Sono soddisfatto di questo protocollo – ha commentato Bruno Amoroso, presidente della Camera di Commercio – perché offre uno strumento  concreto alle imprese per superare le difficoltà collegate ai ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali e della pubblica amministrazione, a loro volta vittime dei vincoli posti dal patto di stabilità». Insomma, «i soldi ci sono ma non possono essere sbloccati» ha replicato a sua volta Giovanni Origoni, presidente dell’Unione provinciale degli enti locali. Un punto, quest’ultimo, sul quale il presidente della Provincia Dario Galli ha incentrato la sua critica. «Non è che noi non paghiamo perché non ci sono i soldi – ha detto il numero uno di Villa Recalcati – i soldi ci sono ma non possiamo usarli con la beffa che chi ha più sperperato in passato ottiene maggiori trasferimenti dal papà Stato».
 
protocollo sbloccacrediti camera di commercio«La Camera di Commercio di Varese – ha concluso il sindaco Attilio Fontana – è stata una delle prime a credere a questa proposta. Il patto di stabilità crea difficoltà all’economia nel suo complesso, e nonostante tutti dicano che è una stupidaggine, nessuno ha il coraggio di andare in Europa a ricontrattarlo».

I 28 sottoscrittori del protocollo

5 promotori istituzionali: Camera di Commercio, Prefettura di Varese, Provincia di Varese, Anci Lombardia, Upel (Unione provinciale enti locali); 8 intermediari finanziari: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Banca nazionale del lavoro; Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Lodi; Banca Infrastrutture innovazione e sviluppo, Credito Valtellinese, Intesa SanPaolo, Unicredit; 12 associazioni di categoria: Api, Univa, Associazione Artigiani, Cna, Confesercenti, Uniascom, Federazione provinciale coltivatori diretti, Confcooperative, Asea (associazione degli spedizionieri e autotrasportatori della provincia di Varese); Associazione costruttori edili, Associazione imprenditori europei, Compagnia delle Opere; 3 organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil.

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Pubblicato il 23 Dicembre 2010
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