Oro e spine: i due opposti delle panchine

Un luogo simbolo dello sport può essere sede di gioie e dolori come dimostrano le situazioni di Sannino e Abbondanza. Slay, ultima chiamata?

(d. f.) La panchina nel mondo dello sport in sé è un luogo piuttosto anonimo. Non ha la sacralità dello spogliatoio, è soggetta a molti viavai durante le partite, è vista da quasi tutti come una punizione (esclusi i giovani del vivaio e gli ex infortunati) o come una bocciatura. Può essere d’oro, se un allenatore ci costruisce le proprie fortune in termini di risultati, può essere di spine se un tecnico non riesce a far rendere la squadra. Situazioni opposte, come quelle vissute in queste ore da Beppe Sannino (Varese 1910) e Marcello Abbondanza (Mc Carnaghi) che non a caso aprono e chiudono il pagellone di questo tiepido lunedì di febbraio.

Pagellone numero 43 del 7 febbraio 2011

giuseppe sannino varese calcio aperturaGiuseppe Sannino 9 – Il pagellone di VareseNews inizia a nascere, nelle nostre menti disturbate, fin dal sabato pomeriggio. Alla domenica notte su per giù è tutto pronto per essere scritto ma questa volta non avevamo fatto i conti con le notizie in arrivo da Coverciano dove mister Sannino ha ottenuto la "Panchina d’oro" di miglior allenatore di Prima Divisione. E così il tecnico biancorosso ha scalzato la bella Lucia Crisanti dal gradino più alto del podio (prendetevela con lui se in fotografia vedete un distinto signore pelato e non una bella ragazza dai capelli lunghi!) del fine settimana, centrando il voto più alto. Che non è un 10: quello lo daremo se centrerà la salvezza: mancano ancora una… trentina di punti!

Lucia Crisanti 7,5 – Era la "sua" partita quella contro la Despar Perugia, squadra in cui ha giocato per cinque anni e ha raggiunto i più importanti traguardi della sua carriera. Appuntamento da non fallire e così la leonessa biancorossa è tornata a ruggire al momento giusto, con 12 meritatissimi punti in tabellino: le avvisaglie si erano già viste nel derby, ora però si può dire davvero che le centrali sono di nuovo un fattore decisivo in questa Yamamay. E da una certezza simile la squadra di Parisi non può assolutamente prescindere.

Fabio Concas 7 – Il calcio non è il basket, dove le statistiche la fanno da padrone, ma indubbiamente anche nel mondo del pallone ci sono numeri che disegnano realtà molto interessanti. Prendete questo centrocampista genovese con il nome da cantautore: da quando veste la maglia del Varese (da quattro partite) l’ala ex Ternana ha segnato un gol contro il Torino (al primo pallone giocato in Serie B) servito un assist contro l’Empoli e due contro l’Albinoleffe. Numeri clamorosi accompagnati da una media voto di 6,5 nelle nostre pagelle del dopopartita.

Ron Slay 4,5 – Un mese fa scrivemmo che aveva fatto la figura del pollo dopo una serie di prestazioni negative. L’andamento (lento) purtroppo da allora non è cambiato, con l’attenuante di una botta al ginocchio che gli vale per la partita di Siena; logico fare delle considerazioni sul suo futuro a Varese. Certo, tagliare un giocatore con il suo talento e con il suo ingaggio a questo punto è un problema, anche perché un sostituto non è facile da trovare, ma a questo punto gli andrebbe rifatta la domanda di quando tornò a Varese: «Con lei al posto di Collins la Cimberio ci ha guadagnato?». Allora il sì fu evidente, oggi meno, domani chissà.
 
Marcello Abbondanza 4 – Difficile attribuire colpe individuali dopo una sconfitta in casa dell’ultima in classifica, difficile però anche non chiamare in causa l’allenatore al culmine di una serie negativa fatta di 7 sconfitte in 10 partite. «Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine» recita una poesia molto in voga (non è di Neruda), e una squadra che regala sistematicamente il primo set all’avversario, o che non riesce a trovare al suo interno stimoli per reagire, sta prendendo abitudini pericolosissime. Non è certamente l’atteggiamento chiesto da Abbondanza; ma il problema, temiamo, è appunto questo.

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Pubblicato il 07 Febbraio 2011
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