“Basta interventi spot”. Al compleanno di Whirlpool gli industriali bacchettano la politica
Nel bellissimo Museo della Scienza e della Tecnica, si è parlato di tecnologia, innovazione e sostenibilità nel centenario della storica azienda
Basta barriere, basta interventi spot, pensiamo a una nuova politica economica. È chiaro l’appello che gli industriali hanno rivolto oggi alla politica: guardiamo al futuro e facciamolo insieme. L’occasione è stato il convegno "Tecnologia, innovazione e sostenibilità" organizzato da Whirlpool Emea (Europe, Middle East & Africa) a Milano in occasione dei suoi cento anni di attività (il compleanno esatto sarà l’11 novembre 2011). Location scelta per l’evento, non a caso, il belissimo Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. «Oggi la sostenibilità del prodotto è un valore a cui i consumatori guardano – spiega l’amministratore delegato Davide Castiglioni -. Quella della tecnologia accanto all’innovazione e alla sostenibilità è la via da seguire per garantire un futuro alle nuove generazioni».
Ed è proprio a questi valori che Whirlpool si è affidata. Investimenti in innovazione vicini a 600 milioni di dollari a livello globale, una taskforce di 1.500 "Innovation Mentors", alla ricerca costante di nuove idee. Whirlpool è stata una delle prime aziende al mondo a dotarsi nel 1970 di una struttura per il controllo ambientale e proprio la realtà di Casinetta di Biandronno (Varese) rappresenta oggi l’unico (dei 5 al mondo) centro europeo di eccellenza, dove designer, ergonomisti, antropologi, sociologi e psicologi decifrano le tendenze della società per inventare i prodotti di domani.
Grazie al lavoro di questi tecnici, negli ultimi dieci anni dalle fabbriche Whirlpool sono usciti elettrodomestici in grado di utilizzare sino al 50 per cento di energia e acqua in meno rispetto al passato.Ma il risparmio di energia elettrica può arrivare sino al 70 per cento se le lavatrici, quelle “green generation”, utilizzano nel loro ciclo acqua riscaldata direttamente dai pannelli solari. Anche le cucine e i frigoriferi sono dotati di tecnologie in grado di ottimizzare i processi di cottura e refrigerazione, ottenendo notevoli risparmi di energia. (Nelle foto, alcuni degli elettrodomestici, storici e nuovi, in mostra per il centenario)
Traguardi che però hanno bisogno di supporti, non solo economici. «Nei prossimi cento anni – continua Castiglioni – la sfida cambierà. E per questo è necessario rimuovere la barriere fra le aziende e le istituzioni, barriere che rendono ancora più difficile la sfida della green economy. Servono misure legislative serie, sviluppate in armonia con più ampi obiettivi di politica europea sull’ambiente e sullo sviluppo. Nel mondo sono stati investiti miliardi di dollari in tecnologie a favore delle energie rinnovabili, dai pannelli solari alle fonti alternative, ma ancora mancano protocolli e sistemi interconnessi che permettano di far incontrare l’energia pulita con la distribuzione». Un nuovo approccio, quindi, che «favorisca partnership fra pubblico e privato, fra le grandi aziende e quella realtà di aziende medio-piccole, che molto spesso rappresentano l’indotto indispensabile al sistema multinazionale».
Una richiesta alla politica espressa anche da Diana Bracco che, oltre ad essere un’imprenditrice, è la presidente di Expo SpA e del progetto speciale "Ricerca e Innovazione" di Confindustria. «La storia di Whirlpool parla anche di tutti noi e dell’Italia, un Paese ricco di storie di successo, anche di piccole imprese. Confindustria è impegnata a diffondere la cultura dell’innovazione, ma il contesto in cui opera è fondamentale. Serve una nuova politica economica, che guardi però ad un arco di almeno cinque anni. Dobbiamo abbandonare questa deriva di interventi spot in cui ci troviamo. Chiediamo pochi strumenti, ma chiari: prima di tutto la semplificazione delle procedure e tempi certi».
Inviti a cui, per ora, il presidente lombardo Roberto Formigoni risponde così: «Dobbiamo promuovere una politica del "fare" e del "sì", una politica lontana da strumentalizzazioni e interessi di parte. Sostenibilità non è sinonimo di conservazione, né significa non fare».
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