“Padania? Vediamo allora cosa dice Wikipedia”

La risposta dei Giovani Democratici alle affermazione dei Giovani Padani dopo il corteo organizzato in via Padania con tanto di tricolore

A seguito dell’articolo pubblicato dai Giovani Padani a commento della nostra iniziativa del 17 marzo ci sentiamo in dovere di rispondere ad alcune affermazioni espresse dai nostri “colleghi”; non certo per fomentare sterili polemiche (non è e non è mai stato uno dei nostri obbiettivi), ma semplicemente per fare chiarezza su alcuni punti. Innanzitutto vorremmo far notare che quando si utilizza una fonte come Wikipedia, consultabile da chiunque disponga di una connessione internet, bisognerebbe prestare maggiore attenzione nel citare tra virgolette frasi che non compaiono sulla pagina dell’enciclopedia on-line.

La definizione da voi citata come tratta da Wikipedia: “il termine "Padania" era utilizzato ben prima dell’avvento della Lega Nord per definire la regione socio-economico-geografica omogenea”, non è infatti presente in alcun modo alla voce “Padania” ed anzi vengono espressi concetti totalmente distanti da ciò che voi affermate e da ciò che afferma appunto il cartello da noi contestato. Viene infatti detto chiaramente alla prima riga che il termine Padania “si è diffuso a partire dagli anni novanta quando il movimento politico della Lega Nord indicò con questo nome un’entità politico-amministrativa astratta corrispondente all’attuale Italia settentrionale” ed ancora, riguardo all’utilizzo “storico” del termine, si afferma che gli usi precedenti a quello leghista “non corrispondevano all’attuale, in quanto tendevano a considerare un territorio limitato alla pianura del Po, escludendo le zone alpine, la liguria, e il nord-est”, in ultimo si cita anche la Società Geografica Italiana che nel bollettino del 2010 riporta che “la nazione padana non ha alcun fondamento storico-culturale: la Padania di oggi appare un’aggregazione piuttosto tardiva di tessere regionali espulse da mosaici precedenti".

Ci siamo limitati ad un’operazione di copia-incolla dalla pagina che ci avete consigliato di leggere ed invitiamo chiunque dovesse dubitare delle nostre affermazioni a controllare direttamente il link della “libera enciclopedia on-line”. Se vogliamo confrontarci sul tema del federalismo, tema che sta a cuore anche a noi GD, la nostra disponibilità è massima, ad una condizione però, che lo si faccia in modo serio e costruttivo, senza riferimenti fantasiosi a miti regionalistici privi di alcun fondamento storico-geografico. Non vorremmo mai che il federalismo per la Lega fosse veramente “solo uno strumento per conquistare e mantenere il potere" come affermava Gianfranco Miglio, politologo molto caro all’ambiente leghista, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” il 17 maggio 1994.

Siamo i primi a sperare che non sia così perché riteniamo che un federalismo ragionato, concreto, possa unire la nostra Italia valorizzandone al tempo stesso le differenze, come ci insegnano i padri fondatori degli Stati Uniti d’America, tra i quali ricordiamo Hamilton, Madison, Jay che per primi pensarono ad un sistema federale per unire ciò che era nato diverso e non per dividere. Era questo il senso della nostra iniziativa e non vogliamo essere fraintesi: credere nelle proprie tradizioni, essere legati al proprio territorio non esclude il sentirsi italiani e in via più ampia anche europei. Viviamo in un mondo in cui è necessario essere cosmopoliti e rapportare la propria identità a infinite altre culture, e non è certo chiudendosi che si risolve il problema. Infine vorremmo per l’ennesima volta ribadire che l’equazione usata da voi (ma non solo) Giovane Democratico uguale “comunista” non corrisponde a realtà! Come è chiaro già dal nostro nome, politicamente ci rifacciamo ad una tradizione democratico-riformista di certo distante dal modello comunista-sovietico!

Il muro di Berlino è caduto nel 1989, forse sarebbe ora di smettere di rincorrere miti e fantasmi di un passato, di culture e ideologie che non ci appartengono (il più “vecchio” GD è nato nel ’89!) e confrontarci sulle idee e sui progetti politici che consideriamo necessari per il futuro della nostra nazione. Detto questo è comunque necessaria una precisazione riguardo alle parole di Togliatti da voi citate. Per prima cosa va ricordato che il partito comunista era un partito che faceva dell’internazionalismo uno dei suoi cavalli di battaglia e quindi il “non sentirsi italiani” rimandava ad un “sentirsi qualcosa di più ampio”, cittadini-operai del mondo intero, e non certo cittadini di un’area più ristretta, non giudichiamo questo giusto o sbagliato, semplicemente lo riportiamo per “dovere di cronaca”. In secondo luogo quell’affermazione va contestualizzata: Togliatti pronunciò quelle parole nel 1930 quando in Italia c’era la dittatura fascista, un momento in cui, forse, era anche legittimo non sentirsi orgogliosi di essere italiani.
Sperando con queste precisazioni di aver messo fine a inutili polemiche rinnoviamo la nostra disponibilità ad intraprendere un percorso comune di confronto e dibattito sulle idee, sui temi di attualità e politica che, come crediamo facciate anche voi, pensiamo siano fondamentali in questo momento. Cogliamo anzi l’occasione per invitare tutti alla nostra iniziativa su “Unità d’Italia e Resistenza” che si terrà il 1 aprile in Villa Truffini a Tradate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Marzo 2011
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