Yeabsera, è arrivato in barca il “dono di Dio”
Di che nazionalità è un dono di Dio? Nel barcone che dalla Libia stava portando la mamma incinta, questa notte è nato un bambino. Ancora in acque internazionali. E ora ci si domanda di che nazionalità sia
Vi ricordate quella canzone tratta dal musical Viva La gente dal titolo: "Di che colore è la pelle di Dio?". Era una canzone popolare, che poneva una questione importante. E una piccola notizia a margine della tragedia libica l’ha riportata in auge.
Tra i 284 profughi arrivati dalla Libia alle 4 nella notte del 27 marzo sull’isola di Linosa, c’era anche una donna etiope di 26 anni che ha dato alla luce un bambino durante la traversata. Sono entrambi in buone condizioni. Il piccolo è stato chiamato Yeabsera, "il dono di Dio".
Ma, poichè nato quando la barca era ancora in acque internazionali, c’è chi si domanda di che nazionalità sia: quella dei genitori, quella del luogo di partenza della barca, quella del luogo di arrivo? E davvero importa, o è come domandarsi "di che colore è la pelle di Dio"?
Yabsera, piccolo cittadino del mondo, è il simbolo di una esperienza che tutti cercano di distinguere ma appartiene a tutti, alla storia di tutto il mediterraneo. E ora si presenta a bussare alla porta dell’Italia, interpellandoci.
Tra le 1227 persone sbarcate nelle ultime 24 ore 284 provengono dalla Libia dilaniata dalla guerra civile e dai raid della coalizione. Si tratta in massima parte di cittadini eritrei ed etiopi che alle 4 di questa notte sono approdati sull’isola di Linosa. Tra loro, appunto, anche la donna etiope di 26 anni che ha dato alla luce un bambino durante la traversata. Mentre è andata male invece a un’altra donna, incinta di tre mesi, che il bimbo lo ha perso. Vita e morte si sono così incrociate nello stretto spazio di una notte a bordo di una delle tante carrette della speranza, cariche di disperati, che continuano ad arrivare nel nostro Paese.
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