La preghiera per Desirée: “Vive nella nostra memoria”
Nella chiesetta dell'unviersità è stata celebrata la messa in ricordo della giovane stroncata da una meningite fulminante. Il padre: "In tanti ci sono stati vicini"
Ha stretto la mano a tutti, uno per uno. Ezio, il padre di Desirée Ciapanna morta a Grenoble per una meningite fulminante, ha guardato negli occhi tutti i presenti. Gli amici, gli studenti e i famigliari che questo pomeriggio si sono trovati nella chiesetta dell’università per partecipare alla messa in ricordo della giovane scomparsa. Sono passati quasi due mesi da quel triste giorno di febbraio e la sua voce suona calma e pacata. «Il corso della nostra storia personale ha preso una direzione che nessuno avrebbe immaginato e di fronte alla quale molti sono senza parole – ha detto al termine della celebrazione – Le parole stesse si svuotano di senso… non esistono. Esistono dei tabù anche nel linguaggio: esistono i vedovi, gli orfani ma noi? A quel punto ricominci ad ascoltare… e ti rendi conto che quel dolore sbattuto in faccia, imponente, è stato provato da molti. Immaginiamo le persone colpite dallo tsunami in Giappone, dalle rivolte nei paesi arabi. Immaginiamo le guerre passate e scopriamo un mondo di persone che hanno sofferto. E Gesù che ha sofferto come noi, più di noi… non eravamo quindi soli quella sera che ci annunciarono che Desirée non era più tra noi… anzi nessuno cominciò quella frase, né il carabiniere con gli occhi a terra né la Console a Parigi dalla voce strozzata».
Nelle sue parole il dolore è ancora vivo ma lo è anche la voglia di continuare a desiderare un "futuro migliore" nonostante quell’evento "inatteso", piombato nella tranquillità della vita della sua famiglia come un macigno: «Se è giusto programmare e prevedere – e quindi sognare un futuro migliore – è ancor più saggio conquistare una posizione così salda per cui l’imprevisto non scuota definitivamente e inesorabilmente le nostre fondamenta. Bisogna che la nostra casa sia costruita sulla roccia. Che niente debba essere trascurato perché la nostra vita è unica e – a volte – anche molto breve».
«Ogni gesto che compiamo in vita non cade nel nulla è custodito nella memoria e nel cuore – ha detto Don Marco Casale, sacerdote dell’università, nella sua omelia -. Di Desirée dobbiamo sempre ricordare la vita e la vitalità e quella voglia di apprendere che l’aveva portata ad imparare otto lingue. La memoria ci permette di custodire ogni gesto, ogni attenzione ogni momento che abbiamo vissuto insieme a Desirée».
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