Mercati esteri, l’industria alimentare varesina “si fa grande”

Si è svolta l’Assemblea del Gruppo merceologico “Alimentari e Bevande” dell’Unione Industriali. Quelle varesine del comparto sono imprese mediamente più strutturate della media nazionale

Un’eccezione nel panorama nazionale del settore e all’interno dello stesso sistema manifatturiero locale: «L’industria alimentare varesina si distingue per una grandezza delle aziende mediamente più elevata». Fa un po’ effetto affiancare queste parole al sistema produttivo del Varesotto fatto per la gran parte di piccole e medie imprese. «Eppure è così», continua l’analisi Denis Pantini, Responsabile Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma che aggiunge: «Proprio la maggiore strutturazione del comparto alimentare locale di questa provincia permetterà alle imprese di meglio affrontare le sfide che le attendono nei prossimi anni soprattutto sui mercati esteri». Un quadro, dunque, positivo quello presentato questa mattina durante l’Assemblea del Gruppo merceologico “Alimentari e Bevande” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che si è svolta nella sede varesina dell’associazione. Una realtà che all’interno della compagine associativa conta 26 imprese per un totale di 2.884 addetti. Spaccato dunque di nicchia, rispetto ad altri settori manifatturieri, ma dai nomi importanti. Soprattutto uno spaccato, quello alimentare legato all’Unione Industriali, che racchiude in sé quasi la metà degli addetti del settore in provincia, che ammontano in totale a 4.446, impiegati in 567 siti produttivi.
 
«Il settore – spiega nella sua relazione il Presidente del Gruppo merceologico, Paolo Ferrario – in Provincia di Varese ha messo a segno una performance addirittura migliore del già positivo dato registrato a livello nazionale dell’export, attestandosi nel 2010 a 273 milioni di Euro, contro i 233,6 milioni di euro del 2009”. In pratica un incremento del 17%, contro il +10,5% generale dell’industria alimentare italiana. Un dato che conferma il trend degli ultimi cinque anni, come spiega Denis Pantini: «Il dinamismo dell’alimentare varesino è dimostrato dal fatto che dal 2005 ad oggi le esportazioni sono cresciute ad un ritmo superiore non solo a quello del comparto a livello nazionale, ma anche lombardo e con tassi di aumento superiori anche a quelli dell’industria manifatturiera locale».
Risultato di «quella maggiore strutturazione delle imprese che è il vero punto di forza del settore a Varese», continua l’esponente di Nomisma. Ma cosa esportiamo nel mondo? Per lo più si tratta di quei prodotti che l’Istat cataloga alla voce "Altri prodotti alimentari", tradotto, per la nostra zona, cioccolato. Ma non solo. Per il 31,6% si tratta di bevande, per il 18,5% di prodotti lattiero-caseari. Seguono poi a distanza le carni lavorate (8,1%), i prodotti da forno (4,3%), le conserve ittiche (1,5%).
Ma la crescita sui mercati esteri, avverte il Presidente Paolo Ferrario, non deve far cullare troppo sugli allori. Rimane l’handicap del mercato interno: «Non mancano le criticità, rappresentate dall’andamento delle vendite alimentari 2010 in Italia. Secondo l’Istat segnano un nuovo arretramento in valuta corrente dello 0,3%, a fronte del +0,3% di quelle non alimentari».
Proprio per questo, però, come già avviene per altri settori manifatturieri, la crescita del comparto nei prossimi anni dipenderà dalla capacità si saper affrontare i nuovi sbocchi che si aprono sui mercati esteri. La sigla magica è, anche per l’industria alimentare, Bric: che indica i Paesi di Brasile, Russia, India, Cina. «Dove – avverte Denis Pantini – le esportazioni italiane sono sì in crescita, ma con ritmi non paragonabili a quelli che hanno saputo mettere a segno in questi anni i nostri concorrenti europei». Germania e Francia in testa. Per restare al passo l’industria alimentare italiana, secondo l’esponente di Nomisma, si deve concentrare su quattro direttrici di sviluppo: interventi di sistema per ridurre le inefficienze, favorire la riorganizzazione del settore favorendo le aggregazioni tra imprese, interventi di politica industriale per migliorare la produttività. E, infine, puntare proprio sulle maggiori dimensioni delle imprese per innovare e internazionalizzarsi. «Ed è proprio su questo fronte che il sistema alimentare varesino, per le sue particolarità, è particolarmente pronto alle sfide future», conclude Pantini di Nomisma.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 08 Aprile 2011
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.