La “rinascita” delle stazioni, Pd: “C’è un mistero sul bando”
I consiglieri regionali Alloni e Tosi: «Chiuso da una settimana ma non c'è alcun dato, forse nascondono il flop»

«La riqualificazione delle stazioni ferroviarie? Avvolta nel mistero». Così il Partito democratico lombardo con i consiglieri regionale Stefano Tosi (Varese) e Agostino Alloni (Cremona). «Non c’è traccia visibile delle risposte dei comuni al bando, o meglio, alla richiesta di manifestazione d’interesse, con cui la Regione aveva annunciato di voler cambiare il volto delle 256 stazioni ferroviarie lombarde più piccole e periferiche». Scaduti i termini il 3 maggio, non sono ancora stati resi pubblici i dati di adesione dei comuni, che avrebbero dovuto accordarsi localmente con Rete Ferroviaria Italiana e con Ferrovie Nord, i due gestori delle reti ferroviarie, edifici inclusi, per gestire di comune accordo e quindi riqualificare le stazioni di competenza. In cambio i comuni avrebbero avuto in gestione i locali per svolgervi attività sociali, istituzionali e di pubblico interesse.
Il forte sospetto del Partito democratico è che «i dati non siano disponibili perché il bando è stato un flop. E secondo il PD un motivo c’è: la Regione non ha messo a disposizione nemmeno un euro per incentivare le amministrazioni locali ad investire le sempre più scarse risorse proprie».
Il PD aveva seguito passo passo il tema del degrado delle stazioni ferroviarie (nell’immagine una foto scattata da Tosi alle FS di Busto): in luglio aveva fatto approvare in Consiglio regionale un ordine del giorno al bilancio per prevedere proprio l’incentivazione della riqualificazione delle strutture ferroviarie. In autunno i consiglieri regionali democratici avevano visitato le 415 stazioni lombarde censendo i disagi. Che non erano pochi, se è vero che il 70% delle stazioni fu trovato privo di biglietteria, altrettante con sale d’attesa in stato di degrado e non riscaldate né condizionate, il 30% non presidiato da personale di servizio e il 45% senza nemmeno un bagno agibile. A dicembre il gruppo regionale aveva anche proposto un emendamento al bilancio per reperire le risorse, ma il centrodestra lo respinse.
“Gli Enti locali che esprimeranno interesse per l’uso e la gestione degli immobili e delle aree ferroviarie, per attività destinate alla clientela ferroviaria e alla cittadinanza, potranno garantire attività quali la manutenzione e il decoro degli immobili; la pulizia delle aree ferroviarie aperte ai viaggiatori; l’apertura e chiusura delle sale d’attesa, servizi igienici in base agli orari concordati con Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e FERROVIENORD; la gestione e sorveglianza sul regolare esercizio di ascensori e montascale e telecamere a circuito chiuso per la sicurezza dei viaggiatori e per la prevenzione di atti vandalici, servizi di accompagnamento per persone con disabilità e altro.
Le domande di partecipazione alle manifestazioni di interesse saranno raccolte da Regione Lombardia, le relative iniziative saranno poi valutate dall’azienda ferroviaria competente e, per quelle di particolare rilevanza, da una commissione composta da Regione Lombardia, dall’azienda ferroviaria competente e da Anci Lombardia.
La singola Azienda Ferroviaria stipulerà quindi apposito atto, contratto di comodato d’uso gratuito o convenzione, per le iniziative valutate positivamente.”
«Non ci danno i dati, ma possiamo scommettere che il bando ha fatto flop – dichiarano i consiglieri regionali Agostino Alloni e Stefano Tosi -. Troppi sono i problemi delle stazioni lombarde perché i comuni se li possano accollare senza alcun sostegno da parte della Regione. L’idea rimane buona, noi stessi l’abbiamo proposta e sostenuta con forza e continueremo a farlo, ma se la Regione non ci mette del proprio non ha le gambe per andare a buon fine. Eppure in quelle cittadine e in quei paesi in cui il comune ha trovato l’accordo, già prima di questo bando, con RFI, le stazioni, da degradate che erano, sono tornate ad essere curate, e locali che erano ridotti a ripostigli sono stati restituiti alla collettività».
Il Partito Democratico non si rassegna e presenta un’interrogazione a risposta immediata che sarà discussa martedì in Consiglio regionale. «Vogliamo fare il punto – concludono -. L’assessore ci deve dire quanti comuni hanno risposto e perché tanti non lo hanno fatto, pur essendo interessati. Se si dimostrerà che avevamo ragione chiederemo che vengano messe a disposizione le risorse. Non ne servono molte, basta un segnale e con pochi soldi si può mettere in moto un meccanismo virtuoso».
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