Il Varese riparte con il motore a Carbone

Presentato a Villa Recalcati il nuovo tecnico biancorosso insieme al resto dello staff. «Sarei stupido a rincorrere i risultati di Sannino. È vero, sono giovane, ma a Pavia ho fatto "l'allenatore in campo"»

Stile british negli abiti, accento del Sud mitigato dalle tante esperienze e occhi vispi, quegli occhi che, per dirla con l’amministratore delegato Enzo Montemurro «mi hanno guardato e convinto, hanno fatto scoccare quella scintilla che non era arrivata con gli altri alleantori incontrati nei giorni scorsi». La prima giornata di Benito Carbone nei panni di allenatore del Varese è stata caratterizzata dalla conferenza stampa di presentazione, un incontro allargato perché il mondo biancorosso è stato rivoluzionato dalle recenti partenze e quindi ha accolto un numero notevole di volti, vecchi e nuovi.
Con Carbone, a Villa Recalcati, sono arrivati tutti i nuovi acquisti dello staff societario: il direttore sportivo Mauro Milanese, il capo-osservatore Alessandro Andreini, il vice allenatore Alessandro Dossena (a destra nella foto, con Bettinelli e Carbone), il segretario generale Giuseppe D’Aniello e anche un nuovo uomo marketing, Marco De Lorenzo.
Inevitabile però che l’uomo del giorno fosse il neo-allenatore, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Beppe Sannino e a garantire l’obiettivo detto a chiare lettere dal presidente Rosati: mantenere la Serie B, possibilmente senza patemi d’animo. «Spero che tra noi, in questo gruppo, ci sia un rapporto stretto e complice, che ci possa permettere di raggiungere le mete prefisse. Sono felicissimo di questa chiamata, di questa grande opportunità e per questo voglio ringraziare i dirigenti che mi hanno voluto: io posso portare professionalità, rispetto e umiltà».
Carbone, davanti all’intera platea, si sbilancia solo quando gli si nomina De Luca («Sarà con noi in prima squadra») mentre evita di fare nomi quando si tratta di fare un primo disegno della squadra, limitandosi a dire che «il nucleo che abbiamo è competitivo, non lo vogliamo certo sfaldare e questo lo abbiamo già chiarito nei miei colloqui con la società». Il mister – sciarpa biancorossa al collo – è apparso più a suo agio dopo la conferenza stampa ufficiale: «Non sono qui per fare la rincorsa su Sannino: sarei uno stupido se lo pensassi, perché quello che ha fatto in tre anni di panchina è stato incredibile e non sarà mai cancellato. La mia rincorsa sarà sul centrare l’obiettivo che mi ha dato la società: sono tranquillo, sereno e con una gran voglia di fare bene. L’ambizione non mi manca e so che, essendo giovane, posso crescere e imparare». Calciatore giramondo, Carbone conta molto sul bagaglio di esperienza che si è creato sui rettangoli verdi d’Europa: «Considero importante la mia storia agonistica, da cui ho ricevuto molto sia sul piano umano sia su quello tecnico. So di essere considerato molto giovane, e con sole otto panchine alle spalle capisco questo giudizio; però negli ultimi tre anni ho davvro fatto "l’allenatore in campo" con il Pavia, non solo per modo di dire e credo di essere pronto per sfruttare quell’opportunità ricevuta dal Varese, una piazza che ormai è una realtà di primo piano nel mondo del calcio italiano».

Il lungo appuntamento di Villa Recalcati (con gli assessori Specchiarelli e De Bernardi Martignoni a fare da padroni di casa) è servito al presidente Rosati e all’ad Montemurro per ribadire quanto detto giovedì scorso, riguardo all’impegno nel mondo calcistico biancorosso. «Non nego che siano arrivate offerte per rilevare la squadra – ha spiegato Rosati – e vi assicuro che per me ed Enzo sarebbe stato facile defilarsi dopo i risultati raggiunti in queste prime tre stagioni. Ma ci piacciono le sfide e ci siamo affezionati a questo territorio e a questa maglia: per questo vogliamo continuare, per consolidare la posizione raggiunta dal Varese nel calcio italiano e perché siamo sempre più convinti di percorrere questa strada».
È toccato invece a Montemurro spiegare perché sono stati scelti Carbone e gli altri volti nuovi. «Andreini e Milanese li conosciamo da tempo, hanno già esperienza nelle materie di cui si dovranno occupare e conoscono il mondo del calcio. Per potenziare la società abbiamo poi puntato su D’Aniello, che abbiamo conosciuto quando era al Lecco e su De Lorenzo con cui pensiamo di potenziare il brand del Varese 1910. Per quanto riguarda Carbone, è scattato il giusto feeling come non era accaduto con gli altri tecnici che abbiamo incontrato; non sono d’accordo su chi critica il fatto che lo staff sia composto da giovani, perché non credo che questa sia la priorità quando si ingaggiano le persone. Se le vogliamo chiamare scommesse, facciamolo, sapendo che si possono anche scegliere queste strade».
Ora, rispettati al secondo i tempi che Rosati aveva dettato per la ricostruzione dello staff, si torna a parlare di mercato. Per ora in uscita, perché anche Ebagua è ormai un ex (tutti dicono Torino ma non c’è ancora l’ultima parola) anche se rimarrà per metà del Varese («Ci ha fatto capire che voleva un’esperienza in una nuova squadra» chiosa l’amministratore delegato); in entrata c’è invece l’ufficializzazione del nuovo sponsor tecnico Adidas, come avevamo anticipato mesi fa. Un bel colpo che prendiamo di buon auspicio per i movimenti che verranno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Giugno 2011
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